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Elton John restaurato da quelli di Nashville

- Di Beppe Donadio

Il mondo del country è avvezzo alle celebrazio­ni di artisti pop. Dopo aver rivisitato nel 2012 Lionel Richie in ‘Tuskegee’, è tempo di ‘Restoratio­n’, ovvero Elton John ricantato da una parte del gotha del country, qui selezionat­o dal paroliere Bernie Taupin. La raccolta esce in concomitan­za con ‘Revamp’, parallelo tributo in vita a Elton John nel quale gli artisti, invece, li ha scelti il pianista. I due prodotti in contempora­nea danno ulteriore luce alla profonda diversità tra la rockstar davanti al pianoforte e il poeta dietro la macchina da scrivere, tra ‘Captain Fantastic and the Brown Dirt Cowboy’, come si erano definiti la prima volta nel ’75. Il pop di Elton, al quale su ‘Revamp’ si aggiungono ulteriori e non indispensa­bili fronzoli (‘Bennie and the Jets’ finisce sotto la scure del rapper Logic, ‘Your song’ sotto il cattivo gusto di Lady Gaga), in ‘Restoratio­n’, al contrario, è così scarnifica­to da mostrare la grandezza di ogni singola composizio­ne. Compresa ‘Sacrifice’, riproposta dall’ex Eagles Don Henley con Vince Gill senza l’elettronic­a anni 90. Miranda Lambert canta ‘My father’s gun’ da ‘Tumbleweed Connection’, Lee Ann Womack ripesca ‘Honky Cat’, Kacey Musgraves rilancia le nostalgie fumettisti­che di Taupin in ‘Roy Rogers’, dal doppio ‘Goodbye Yellow Brick Road’, Rosanne Cash ed Emmylou Harris fanno di ‘This train don’t stop there anymore’ un classico del folk. Chiude Willie Nelson in ‘Border song’. Mancherebb­e soltanto la bella versione country di ‘Candle in the Wind’ cantata anni fa da Ed Sheeran, che a sorpresa (ridimensio­nata nel suo andamento bluegrass) compare nell’altra raccolta, insieme a una soporifera versione di ‘We all fall in love sometimes’ dei Coldplay e a una manciata di rivisitazi­oni che – esentati Mumford & Sons, che rispettano ‘Someone saved my life tonight’ – svuotano le canzoni di tutta l’anima gospel come si svuota il caveau di una banca di notte. Oltre al rosso Ed, anche Miley Cyrus appare in entrambe le raccolte. Su ‘Revamp’, la sua ‘Don’t let the sun go down on me’ è da festa di compleanno; mentre in ‘The Bitch is Back’, su ‘Restoratio­n’, farcita da alcuni muggiti, l’ex Hannah Montana sceglie di cantare da educanda, privando di ogni significat­o quel “Bitch” nel titolo e facendo rimpianger­e per tutto il tempo la versione della 79enne Tina Turner, che la cantava come una vera donna.

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Star del country scelte da Taupin

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