L’Europa litiga sui migranti
Una serie di riunioni fra capi di Stato cerca di riaprire il dialogo tra ‘falchi’ e ‘colombe’ Nel fine settimana si intensificheranno i negoziati per gestire gli sbarchi e il movimento dei richiedenti asilo da uno Stato all’altro
Mini-vertici, riunioni, summit: gli europei si confrontano sul dossier migrazione in un ‘risiko’ di incontri da oggi fino al vertice dei capi di Stato e di governo del 28 e 29 giugno. A dare il via alla maratona saranno oggi i premier dei Paesi di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria) che a Budapest incontreranno il cancelliere austriaco Sebastian Kurz. Tema centrale: il rafforzamento delle frontiere esterne e una ferrea opposizione a qualsiasi forma di ridistribuzione in Europa di richiedenti asilo. Domenica invece una decina di capi di governo (da Italia, Belgio, Olanda, Grecia, Spagna, Malta, Germania, Francia, Bulgaria e Austria) saranno a Bruxelles, a una riunione organizzata dal presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker su richiesta della cancelliera Angela Merkel, appoggiata dal presidente Emmanuel Macron. L’intento è quello di salvare Schengen, sempre più minacciata da possibili azioni unilaterali. Merkel e Macron cercheranno di convincere i leader dei Paesi del Mediterraneo ad accettare una serie di misure per arginare i movimenti dei migranti dai Paesi di primo ingresso verso l’Europa del Nord, e a trovare un accordo sulla revisione del regolamento di Dublino. Sul piatto, come contro offerta, verranno messi soldi per il Fondo fiduciario per l’Africa, un potenziamento di Frontex per i rimpatri e uno schema di sbarchi dei migranti salvati in mare dagli europei nei porti dell’Africa del Nord. Un’iniziativa che però la Tunisia, partner ideale, ha già rifiutato.
L’ira dei ‘volenterosi’
Il premier italiano Giuseppe Conte, in un incontro con il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk a Roma, ha già avvertito di non essere pronto a discutere di “movimenti secondari” dei
migranti nell’Ue senza prima aver affrontato l’emergenza degli sbarchi in Italia. Conte non sembra infatti disponibile ad andare a Bruxelles per ratificare un documento già preconfezionato che prevede sì “un forte impegno per ridurre il numero di arrivi illegali nell’Unione”, ma anche “la necessità di ridurre in modo significativo i movimenti secondari, evitando attraversamenti illegali delle frontiere interne tra Stati membri” con controlli alle stazioni di treni, bus e aeroporti.
Merkel fra incudine e martello
Quella sulle frontiere interne è una stretta caldeggiata dalla Merkel, che mira a ricomporre lo scontro col ‘falco’ bavarese Horst Seehofer, ministro dell’Interno. Ma il rischio è che i migranti continuino a trovarsi sigillati nel Paese di primo approdo, come l’Italia. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che oggi si è visto col vicepremier austriaco Heinz Christian Strache, non a caso si è scagliato contro lo ‘strapotere’ di Germania e Francia. Il responsabile del Viminale vorrebbe piuttosto “un’alleanza di volenterosi” con Vienna “per proteggere l’Europa da chi vuole entrare”. Infine, per cercare di ricomporre le distanze prima del vertice, anche il premier lussemburghese Xavier Bettel ha convocato una riunione informale dei leader e dei commissari liberali, al castello di Senningen, il 27 giugno. L’ultima possibilità per evitare il grande scontro da cui l’Europa uscirebbe definitivamente con le ossa rotte.