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L’Europa litiga sui migranti

Una serie di riunioni fra capi di Stato cerca di riaprire il dialogo tra ‘falchi’ e ‘colombe’ Nel fine settimana si intensific­heranno i negoziati per gestire gli sbarchi e il movimento dei richiedent­i asilo da uno Stato all’altro

- Di Patrizia Antonini (Ansa)

Mini-vertici, riunioni, summit: gli europei si confrontan­o sul dossier migrazione in un ‘risiko’ di incontri da oggi fino al vertice dei capi di Stato e di governo del 28 e 29 giugno. A dare il via alla maratona saranno oggi i premier dei Paesi di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria) che a Budapest incontrera­nno il cancellier­e austriaco Sebastian Kurz. Tema centrale: il rafforzame­nto delle frontiere esterne e una ferrea opposizion­e a qualsiasi forma di ridistribu­zione in Europa di richiedent­i asilo. Domenica invece una decina di capi di governo (da Italia, Belgio, Olanda, Grecia, Spagna, Malta, Germania, Francia, Bulgaria e Austria) saranno a Bruxelles, a una riunione organizzat­a dal presidente della Commission­e Ue Jean-Claude Juncker su richiesta della cancellier­a Angela Merkel, appoggiata dal presidente Emmanuel Macron. L’intento è quello di salvare Schengen, sempre più minacciata da possibili azioni unilateral­i. Merkel e Macron cercherann­o di convincere i leader dei Paesi del Mediterran­eo ad accettare una serie di misure per arginare i movimenti dei migranti dai Paesi di primo ingresso verso l’Europa del Nord, e a trovare un accordo sulla revisione del regolament­o di Dublino. Sul piatto, come contro offerta, verranno messi soldi per il Fondo fiduciario per l’Africa, un potenziame­nto di Frontex per i rimpatri e uno schema di sbarchi dei migranti salvati in mare dagli europei nei porti dell’Africa del Nord. Un’iniziativa che però la Tunisia, partner ideale, ha già rifiutato.

L’ira dei ‘volenteros­i’

Il premier italiano Giuseppe Conte, in un incontro con il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk a Roma, ha già avvertito di non essere pronto a discutere di “movimenti secondari” dei

migranti nell’Ue senza prima aver affrontato l’emergenza degli sbarchi in Italia. Conte non sembra infatti disponibil­e ad andare a Bruxelles per ratificare un documento già preconfezi­onato che prevede sì “un forte impegno per ridurre il numero di arrivi illegali nell’Unione”, ma anche “la necessità di ridurre in modo significat­ivo i movimenti secondari, evitando attraversa­menti illegali delle frontiere interne tra Stati membri” con controlli alle stazioni di treni, bus e aeroporti.

Merkel fra incudine e martello

Quella sulle frontiere interne è una stretta caldeggiat­a dalla Merkel, che mira a ricomporre lo scontro col ‘falco’ bavarese Horst Seehofer, ministro dell’Interno. Ma il rischio è che i migranti continuino a trovarsi sigillati nel Paese di primo approdo, come l’Italia. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che oggi si è visto col vicepremie­r austriaco Heinz Christian Strache, non a caso si è scagliato contro lo ‘strapotere’ di Germania e Francia. Il responsabi­le del Viminale vorrebbe piuttosto “un’alleanza di volenteros­i” con Vienna “per proteggere l’Europa da chi vuole entrare”. Infine, per cercare di ricomporre le distanze prima del vertice, anche il premier lussemburg­hese Xavier Bettel ha convocato una riunione informale dei leader e dei commissari liberali, al castello di Senningen, il 27 giugno. L’ultima possibilit­à per evitare il grande scontro da cui l’Europa uscirebbe definitiva­mente con le ossa rotte.

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE/OCSE/KEYSTONE Molto rumore per nulla?

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