Un pellegrino a Ginevra
In trentamila a Ginevra per la messa celebrata da Papa Francesco. Pesenti: ‘Un’omelia toccante, con parole semplici e forti’. Tognina: ‘L’andare incontro, il coraggio di osare un passo in avanti’. Bergoglio richiama all’unità delle chiese: ‘Il mio è un vi
«Un viaggio verso l’unità». Così Papa Francesco ai giornalisti al seguito sul volo da Roma a Ginevra ieri mattina. Sono circa 700 i chilometri che separano Fiumicino dallo scalo di Cointrin, ma per il pontefice la giornata vuole ridurre questa distanza. «Desideri di unità», ha ripetuto facendo riferimento al cammino ecumenico al centro del viaggio nella Ginevra internazionale, sede del Consiglio ecumenico delle Chiese (Wcc), che coordina 350 chiese cristiane non cattoliche. Il clou del suo 23esimo viaggio all’estero però, almeno per il paese ospitante, sta nell’incontro coi fedeli a Palexpo, dove alle 17.30 si svolge la messa alla presenza di trentamila persone giunte da tutta la Svizzera, circa 400 dal Ticino (vedi articolo sotto). «I sentimenti che ho provato già prima dell’arrivo del Santo Padre sono di emozione e gratitudine, in un abbraccio ecclesiale gioioso in attesa di Papa Francesco – racconta alla ‘Regione’ il mesolcinese Davide Pesenti, teologo e dottorando all’Università di Friborgo, uno dei tanti italofoni presenti a Palexpo –. È una giornata storica per le Chiese in Svizzera, non soltanto per quella cattolica. La fede mette (ancora) in cammino, crea legami e relazioni umane anche nel Ventunesimo secolo. Ginevra è diventata per un giorno crocevia di popoli riuniti in Cristo, unione nella diversità che arricchisce e fa crescere l’umanità». Poi la messa. Un’ora «di ascolto e profonda condivisione – sottolinea Pesenti –. L’omelia è stata toccante, con parole semplici e al tempo stesso forti, d’insegnamento per il cammino della vita, dove il ‘papà del cielo’ ci rende tutti fratelli». L’omelia è stata senz’altro uno dei momenti centrali della trasferta ginevrina di Bergoglio. «Un’immagine molto bella che il Papa ha evocato – commenta, da noi interpellato, Paolo Tognina, teologo evangelico e giornalista – è quella dell’essere che è in cammino. L’immagine del muoversi, del lasciare le posizioni conosciute per andare in terre inesplorate». Francesco «ha così esortato anche la sua chiesa, la Chiesa cattolica romana, ad avere il coraggio
di abbandonare le posizioni tradizionali e di osare un passo avanti, ribadendo di essere a Ginevra come un pellegrino, uno che appunto è in cammino». Il Papa «riconosce che viviamo in tempi per molti versi difficili ma non chiede di rinchiudersi nella cittadella fortificata: dice invece di metterci in cammino e di decidere insieme la nostra strada». C’è di più, secondo Tognina: «Bergoglio ha espresso un concetto che formulato da un Papa è ‘impressionante’: l’essenza del Cristianesimo è un’essenza ecumenica». Il Papa e il suo viaggio verso l’unità. La visita di Bergoglio, riprende Tognina, «si inscrive in un percorso che nel frattempo è diventato molto chiaro: l’andare incontro di Francesco ad altre chiese. E lo ha fatto più volte». Il teologo evangelico ricorda le visite di Bergoglio ai pentecostali a Caserta, ai valdesi a Torino («Non era mai successo che un Papa andasse in una Chiesa valdese, per di più chiedendo esplicitamente perdono per le persecuzioni del passato»), ai luterani a Roma o ai protestanti a Lund in Svezia «in occasione dell’assemblea generale della Federazione luterana mondiale, manifestando anche in questa occasione la sua volontà di dialogare». Insomma, «la linea del pontificato di Francesco è assai chiara: uscire dalle mura vaticane e andare a incontrare». La visita di Ginevra, osserva Tognina, «è un ulteriore tassello di questa offerta di dialogo e di costruzione di progetti comuni». Come «il convegno internazionale a settembre in Vaticano su razzismo, xenofobia e populismo organizzato dal Consiglio ecumenico e dalla Chiesa cattolica».