Radio, televisione e… online
Il Consiglio federale vuole estendere alle offerte digitali il sostegno diretto attraverso il canone In consultazione fino a metà ottobre l’avamprogetto di nuova legge sui media elettronici. Aiuto diretto solo per contenuti audio e video, restrizioni per
Le offerte online devono essere incluse nel sostegno diretto alle prestazioni del servizio pubblico, che non dovrà quindi più essere limitato alla radiotelevisione; ma le risorse finanziarie saranno attribuite soltanto a quelle prestazioni sul web che favoriscono i contenuti audio e video e non sono basate unicamente su testi. È questa la principale novità della nuova legge sui media elettronici (Lme), che il Consiglio federale ha posto in consultazione fino al 15 ottobre. «Tutti gli attori nel panorama mediatico, compresa la Ssr, si trovano sotto pressione a causa della rapida svolta digitale in corso» e sono confrontati «con grandi sfide», ha sottolineato la consigliera federale Doris Leuthard in una conferenza stampa a Berna. «Serve una modernizzazione», ha aggiunto la ministra delle Comunicazioni. D’altro canto, «i cittadini, bocciando chiaramente l’iniziativa ‘No Billag’, hanno dimostrato quanto tengono al servizio pubblico». E «il Consiglio federale è giunto alla conclusione che anche in questo nuovo mondo digitale serva un servizio pubblico». «Ovviamente, però, abbiamo tenuto conto anche delle voci critiche», ha puntualizzato la ministra del Ppd. Il progetto preliminare riconosce l’importanza crescente dei media online nel paesaggio mediatico e crea le basi necessarie per finanziare delle offerte di servizio pubblico proposte sul web, incluse le offerte su richiesta (‘on demand’) in internet. Semplici giornali online, nei quali il testo è preponderante, non saranno sostenuti. A beneficiare degli aiuti saranno “fondamentalmente offerte in formato audio o video”, si legge in una scheda dell’Ufficio federale delle comunicazioni (Ufcom): una «delimitazione chiara» (che andrà comunque precisata nell’ordinanza), con la quale il Consiglio federale intende proteggere la stampa dalla concorrenza delle offerte online sovvenzionate, ha dichiarato la Leuthard.
Ulteriori limitazioni alla Ssr
Il Governo non fa il passo di infrangere il tabù del sostegno diretto ai giornali, scritti o online. «Manca la base costituzionale», ha ricordato la ministra argoviese. L’esecutivo viene però incontro agli editori in un altro modo: rafforzando le restrizioni imposte alla Ssr (le tradizionali agevolazioni a livello di tariffe postali e Iva, non regolate dalla presente legge, non vengono toccate). Il Consiglio federale potrà così fissare nuovi limiti, come quello per gli introiti pubblicitari, o delle risorse minime da accordare a certi settori (la metà degli introiti del canone da destinare all’informazione). Sarà mantenuto il divieto di pubblicità per l’emittente nazionale sui canali radiofonici e verrà chiusa la porta alla pubblicità online. Infine, verrà introdotto il principio per cui la Ssr potrà collaborare con altri media (co-produzioni) e dovrà mettere i propri contenuti a disposizione di altre emittenti a condizioni eque e non discriminatorie (‘shared-content’, contenuti condivisi). La Ssr resta comunque al centro del sistema mediatico immaginato dal Consiglio federale. A livello nazionale, dovrà continuare a offrire prestazioni complete nei settori dell’informazione, della cultura e della formazione e offerte d’intrattenimento e sportive in tutte le regioni linguistiche.
Nuova autorità indipendente
Un sostegno pubblico sarà attribuito però ad altri media (radio, tv e online) che forniscono prestazioni di servizio pubblico a livello locale o regionale. Il contributo dipenderà dalle prestazioni fornite, definite in un accordo. A disposizione, come oggi, vi sarà al massimo il 6% dei proventi del canone, quota attualmente riservata a tv e radio. Verrà infine esteso il sostegno indiretto per la formazione e la formazione continua già iscritto nell’attuale legge. A tal fine è disponibile un massimo del 2% dei proventi del canone. Tale sostegno potrà essere accordato al Consiglio della stampa, ad agenzie di stampa, così come a soluzioni innovative nell’ambito delle in-
frastrutture digitali. Obiettivo: migliorare la qualità del giornalismo. La nuova legge prevede anche la creazione di un’autorità di regolamentazione indipendente al fine di garantire una maggiore indipendenza dallo Stato. Si chiamerà Commissione per i media elettronici (Comme) e sarà composta da esperti nominati dall’esecutivo. I suoi compiti: rilasciare la concessione alla Ssr, concludere accordi sulle prestazioni con i media elettronici che forniscono prestazioni di servizio pubblico ed esercitare compiti di vigilanza.