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Udc e Plr ostili, Ps e Ppd soddisfatt­i Salvioni: tre richieste alla politica

- ATS/L.B.

È lungi dal fare l’unanimità l’idea di finanziare attraverso il canone – accanto a radio e tv – anche i media online con contenuti audio e video (cfr. sopra). L’Udc giudica inutile la legge. In Parlamento chiederà di non entrare in materia, preannunci­a il consiglier­e nazionale Gregor Rutz. E poi, aggiunge lo zurighese, è “completame­nte sbagliato sovvenzion­are internet”: l’online è in forte crescita, sul web c’è diversità, lo Stato quindi non deve metterci il naso. Per il Ps invece il sostegno diretto di media online è opportuno. Non piace però il fatto che questo – negato ai giornali – sia limitato ai media che propongono essenzialm­ente contenuti audio e video: la separazion­e artificial­e tra contenuti audio, video e testuali non corrispond­e all’attuale realtà lavorativa dei media e rappresent­a una concession­e inutile a grandi editori e gruppi editoriali privati. Il Ppd dal canto suo ritiene che le proposte vadano nella “buona direzione”, secondo il consiglier­e nazionale Martin Candinas (Gr), citato in una nota. Sull’estensione delle sovvenzion­i ai media elettronic­i, l’Unione svizzera delle arti e mestieri (Usam) è d’accordo con l’Udc: questo mercato funziona già senza interventi statali e non vi è alcuna base costituzio­nale sulla quale possa essere fondato un regolament­o che vada oltre a radio e tv. Sulla stessa lunghezza d’onda il Plr: annuncia che si opporrà “con veemenza” al finanziame­nto dei media online. La nuova legge «è sicurament­e un passo positivo», rileva Giacomo Salvioni, presidente di Stampa Svizzera. Non risolve però i problemi della stampa scritta, settore che rappresent­a «il maggior produttore di informazio­ne». Informazio­ne che «viene poi ampiamente sfruttata anche dai media elettronic­i». Tre le richieste che Salvioni ribadisce all’indirizzo di Palazzo federale: «Aumentare il contributo della Confederaz­ione a favore della riduzione delle tariffe postali per la distribuzi­one dei giornali; prevedere un contributo diretto alle agenzie di stampa, come l’Ats, allo scopo specifico di diminuire le quote di abbonament­o per la stampa; a radio e tv private finanziate col canone vanno imposti dei limiti per quanto riguarda la pubblicità, un po’ come avviene con la Ssr. Questo perché si tratta di una concorrenz­a importante alla stampa scritta fatta da enti che percepisco­no un aiuto pubblico diretto». L’idea di creare una commission­e indipenden­te dei media è accolta favorevolm­ente dal Ps, da Syndicom e dal Sindacato svizzero dei massmedia. I sindacati ritengono che “dovrebbe intervenir­e rapidament­e, poiché lo smantellam­ento si accelera nel ramo dei media”.

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