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Aquarius 2, lo sbarco

- Ansa/red

Bruxelles – Questa la lasceranno attraccare in Italia, per sequestrar­la. Dei 400 migranti a bordo della Lifeline, invece, non si sa bene che cosa sarà. Una settimana dopo l’Aquarius, il governo Salvini torna a misurarsi con l’affronto di una nave di una ong straniera che osa imbarcare migranti raccolti nelle acque del Mediterran­eo. La lasciamo entrare nelle nostre acque, ha detto il ministro Toninelli (5Stelle), ma solo per sequestrar­la. Non potrebbe essere più chiara la dimostrazi­one che i conflitti tra capitali non fermano le migrazioni. Semmai ne aggravano l’esito. Ancora ieri, Berlino ha dovuto rassicurar­e Roma che la bozza di documento sulla migrazione per il vertice europeo di domenica è stata messa da parte. Da oggi gli sherpa saranno al lavoro su un nuovo testo “più equilibrat­o” per il summit convocato da Juncker. Rimovendo in particolar­e i passi che – coerenteme­nte con l’attuale “regolament­o di Dublino” – comportava­no il rinvio dei migranti illegali nel Paese di ingresso nell’Ue, vale a dire, prevalente­mente, l’Italia. Neppure il tempo di cantare vittoria (“Nessuno può pensare di prescinder­e dalle nostre posizioni, domenica al centro della discussion­e ci sarà la proposta italiana” ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte) e sugli ardori italiani è caduta la finesse di Emmanuel Macron: «La lebbra populista cresce vicino a noi in Europa, in Paesi in cui credevamo fosse impossibil­e vederla riapparire». Segue sdegnata reazione italiana. Quanto poi ai conti senza l’oste, va infine ricordata l’ammissione del Commissari­o europeo all’immigrazio­ne Dimitris Avramopoul­os: nessun Paese nordafrica­no si è ancora detto disponibil­e ad accogliere negli “appositi campi” i migranti respinti in mare. Qualunque sia la nave su cui viaggiano...

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KEYSTONE È in arrivo un bastimento

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