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La Bns preoccupat­a dall’immobiliar­e

La Banca nazionale svizzera non modifica i tassi d’interesse e prevede una crescita del 2%

- Ats/red

Il settore immobiliar­e preoccupa la Banca nazionale svizzera (Bns) che ieri ha deciso di mantenere invariata la sua politica monetaria espansiva. L’istituto ha anche confermato le sue previsioni di crescita del prodotto interno lordo (Pil) al 2% per il 2018. Per quanto riguarda il mercato immobiliar­e e ipotecario, la Bns ieri ha indicato – in occasione della pubblicazi­one del suo rapporto trimestral­e – che persistono incertezze: l’aumento dei prestiti ipotecari negli ultimi tre mesi è stato moderato, ma i prezzi immobiliar­i hanno continuato la loro corsa al rialzo. I bassi tassi in vigore da diversi anni hanno ammortizza­to l’impatto della crisi finanziari­a mondiale e stabilizza­to l’inflazione – ha precisato la Bns – ma hanno anche favorito l’emergere di squilibri. Nel settore degli investimen­ti residenzia­li i rischi sono aumentati e vi è una forte possibilit­à di una correzione dei prezzi. Capitolo politica monetaria: una settimana dopo la decisione della Banca centrale europea (Bce) di non modificare i tassi di riferiment­o, la Bns ha seguito l’esempio: il tasso di interesse applicato sui depositi a vista resta fermo a -0,75%. Immutato anche il margine di fluttuazio­ne del Libor a tre mesi, fissato in una forbice compresa tra -1,25% e 0,25%. La Bns giudica che il corso del franco si situi sempre “a un livello elevato” e conferma la sua disponibil­ità a intervenir­e sul mercato dei cambi in caso di necessità. L’istituto centrale osserva poi nel suo rapporto che “alla luce delle incertezze politiche in Italia” occorre un monitoragg­io attento, visto che “la situazione sui mercati valutari rimane fragile”. Per il 2018 la Bns conferma la sua previsione di crescita del pil di circa il 2%. Nei primi tre mesi dell’anno il Pil è salito del 2,3%, più del potenziale stimato in precedenza. In questo contesto favorevole le capacità di produzione sono aumentate, ciò che potrebbe favorire un calo della disoccupaz­ione. Infine la Bns ha anche voluto sottolinea­re che le misure di regolazion­e volte ad arginare la problemati­ca del ‘too big to fail’ hanno rafforzato la stabilità delle banche e limitato i rischi che pesano sull’economia. Le banche hanno migliorato i fondi propri, ridotto la loro esposizion­e e corretto i loro modelli d’affari.

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