L’oggetto dei desideri
Petkovic dovrà trovare il modo di mettere il bavaglio a MilinkovicSavic, la pietra angolare della Serbia di Krstajic
È l’oggetto del desiderio di tanti, ma pochi se lo possono permettere. E, soprattutto, quasi nessuno può permettersi di rispondere all’offerta stellare messa sul piatto dal Real Madrid, pronto a sborsare tra i 150 e i 170 milioni di euro per assicurarsi i servigi di Sergej Milinkovic-Savic. Sebbene Claudio Lotito, il presidente della Lazio, non voglia separarsi dal suo gioiellino di 23 anni, sotto contratto con il club romano fino al 2022: «Non l’ho mai messo in vendita». Cosa che, ovviamente, fa lievitare ulteriormente il prezzo di una sua eventuale partenza per altri lidi prima di quella data. Sulle tracce del serbo non ci sono tuttavia unicamente i merengue: anche Juventus, Manchester United e Psg hanno infatti posato gli occhi sul nazionale serbo, che sarà uno dei giocatori da tenere maggiormente sotto osservazione stasera dalla Svizzera di Petkovic. Dall’alto dei suoi 192 cm di statura, Milinkovic-Savic è un giocatore capace di imporsi fisicamente tanto in attacco quanto in difesa, senza peraltro pagare dazio all’agilità, e nemmeno a tecnica e fiuto per il gol. Grazie a queste qualità non c’è insomma da stupirsi se sia in cima alla lista dei desideri dei principali club europei. «Non passa giorno senza che legga articoli che mi concernono; ad ogni modo la decisione su dove proseguirò la mia carriera di calciatore la prenderò solo al termine della Coppa del mondo – si smarca il diretto interessato, confermando però a mezza voce la sua intenzione di voler cambiare aria –. Cerco di restare il più possibile concentrato, focalizzando la mia attenzione unicamente al campo e lasciando ad altre persone le incombenze legate al mio futuro».
La fiducia dell’allenatore
Fra queste “altre persone” c’è Mateja Kezman, il suo agente nonché ex attaccante a cui viene attribuito un ruolo di peso nell’allontanamento del precedente selezionatore della Serbia, Slavoljub Muslin. Quest’ultimo è stato congedato lo scorso ottobre, nonostante la qualifica (affatto scontata per un Paese come la Serbia) per la fase finale della Coppa del mondo. Fra le altre cose che gli si imputavano vi era anche la scarsa (o nulla) considerazione nei confronti di Milinkovic-Savic, nonostante le sue con-
Difficile togliergli la palla dai piedi
vincenti prestazioni con la maglia della Lazio (14 reti realizzate la scorsa stagione). Errore che Mladen Krstajic, il nuovo selezionatore, si è ben guardato dal ripetere, cercando da subito di ridisegnare la squadra in funzione proprio di colui che nel 2015 si
era laureato campione del mondo con la Under 20 (unitamente ad altri sei giocatori presenti in Russia). E in men che non si dica è divenuto una pietra angolare di questa selezione. Una pietra angolare dal posizionamento variabile: una delle sfide con cui Petkovic è confrontato in queste ore è appunto quella di predisporre un dispositivo efficace per mettere il bavaglio alla star serba, in qualunque modo Krstajic decida di impiegarla: o come trequartista (come contro la Costa Rica domenica) o più arretrata.