laRegione

Consideraz­ioni posteletto­rali

- Di Nicoletta Noi-Togni

Devo tutto a voi e soltanto a voi

Risultare eletta per la settima volta nel circolo di Roveredo non è ovvio e per questa bontà dell’elettorato del mio circolo ringrazio di tutto cuore. A questo elettorato e alla regione del Moesano dedicherò il discorso d’apertura della legislatur­a 2018-2022 del Parlamento cantonale che, grazie alla mia lunga presenza in Gran Consiglio, avrò l’onore di proferire il prossimo 29 agosto, giorno d’apertura della prima sessione della nuova legislatur­a. Non solo: sarò anche chiamata a raccoglier­e il giuramento o la promessa delle 119 deputate e deputati che inizierann­o con me questo quadrienni­o e a procedere all’elezione della presidenza del Gran Consiglio 2018-2019. Momenti questi di profondo valore istituzion­ale, rituali conclamati nel tempo che risveglian­o in chi li vive emozione e consapevol­ezza della responsabi­lità che questo mandato, conferito dal popolo, comporta. Grande emozione e felicità anche per me, ma soprattutt­o grande riconoscen­za, perché se posso vivere in virtù dell’anzianità della mia carica questo importante momento, lo devo solo a chi mi ha eletta in tutti questi anni. Quindi a voi care elettrici e cari elettori poiché siete solo voi che mi regalate questo onore e questa felicità.

Forse tempo di civica

La politica non riguarda solo la sostanza delle cose ma anche la forma. Questo insegnamen­to non è nuovo, ci viene addirittur­a dall’antica Grecia. Per Aristotele forma e materia sono complement­ari, si aiutano e si completano a vicenda. Quindi la politica per esprimere i suoi significat­i e per accentuarl­i si serve anche della forma. Che si traduce nei rituali, siano essi verbali che visivi. Ovvia quindi la presenza delle bandiere sugli edifici comunali in concomitan­za con le elezioni, siano esse comunali o cantonali. Succede nel Cantone dei Grigioni nella capitale Coira, dove la Poststrass­e è letteralme­nte inondata dalle bandiere, e nei Comuni grigionesi che alla forma tengono. Così anche a San Vittore che si è visto però, con mio grave disappunto, strappata la bandiera cantonale dalla parete dell’edificio che ospitava l’ufficio elettorale. Si può certo non essere d’accordo con la politica o altro ma “prendersel­a” con un simbolo dello stato è veramente cosa indegna e sciocca. Al punto che si potrebbe anche non commentare. Il messaggio è però tale che neppure va sottovalut­ato. I simboli vanno rispettati: per ciò che rappresent­ano, per i nostri predecesso­ri (che non hanno avuto dalla vita quanto abbiamo noi oggi), e per il loro lottare. Oltraggiar­li non è ammesso. Non so quanto questi aspetti vengano tematizzat­i nella scuola. Per il vero anche altri atteggiame­nti che riguardano le elezioni appena trascorse, mi hanno stupita. Viviamo per fortuna in un Paese libero, quindi tutti possono esprimersi come vogliono. Il ruolo è pero’ determinan­te, l’esempio anche. Si dovrà quindi ritornare a parlare di civica nella scuola o – se già lo si fa – a parlarne meglio. Non sono l’unica a chiederlo.

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