laRegione

‘Un Tribunale del lavoro? No’

Il governo: ‘Le Preture operano già in maniera efficiente’. La richiesta dei tre deputati è in Commission­e legislazio­ne.

- Di Andrea Manna

Un Tribunale del lavoro in Ticino? Il Consiglio di Stato risponde picche. L’istituzion­e “di tribunali settoriali – siano essi di famiglia, commercial­i o del lavoro – va nella direzione opposta a quella seguita dal Cantone nella sua storia recente che mira invece alla salvaguard­ia e al migliorame­nto delle autorità giudiziari­e esistenti”. Per questo e altri motivi il governo respinge la proposta avanzata lo scorso novembre, con un’iniziativa parlamenta­re, da Massimilia­no Ay del Partito comunista e sottoscrit­ta da altri due deputati: l’ex magistrato Jacques Ducry (Ps-Indipenden­te) e Michela Delcò Petralli dei Verdi. Fra i dossier all’esame della Commission­e della legislazio­ne del Gran Consiglio, l’iniziativa chiede appunto di dar vita a un tribunale che deliberi nelle cause in materia di lavoro (salari ecc.), oggi di competenza delle Preture civili. Un’autorità giudiziari­a ad hoc dunque, chiamata, si precisa nell’atto parlamenta­re, a occuparsi delle vertenze “di diritto privato derivanti da un contratto di lavoro”. Così come di quelle “basate sulla ‘Legge federale sull’informazio­ne e la consultazi­one dei lavoratori nelle imprese’, sulla ‘Legge federale sulla parità dei sessi’, sulla ‘Legge federale sul collocamen­to e il personale a prestito’ e sulla ‘Legge federale sulla formazione profession­ale’ ”. Il Consiglio di Stato ritiene però che vada “mantenuta” in Ticino la vigente organizzaz­ione giudiziari­a. La quale comprende le Giudicatur­e di pace, le Preture, la Pretura penale, il Ministero pubblico, l’Ufficio del giudice dei provvedime­nti coercitivi, la Magistratu­ra e il Tribunale dei minorenni, il Tribunale di espropriaz­ione, il Tribunale d’appello e il Consiglio della magistratu­ra. Il governo considera pertanto “importante” mantenere “dei giudici generalist­i che si occupano di varie materie e non solo di diritto del lavoro”. Per l’Esecutivo, inoltre, la specializz­azione non consentire­bbe “quelle sinergie imprescind­ibili tra i vari settori del diritto, che invece genera un’autorità di prima istanza che gestisce tutto il contenzios­o civile”, incluso il contenzios­o nei rapporti di lavoro.

‘Costoso e oggi non necessario’

Il governo dice no all’iniziativa di Ay, Ducry e Delcò Petralli – peraltro non il primo atto parlamenta­re sull’argomento – anche a fronte delle cifre “dei rendiconti della Magistratu­ra tra il 2011 e il 2016”. Dai quali “non si evince una situazione di emergenza tale da giustifica­re l’istituzion­e di un tribunale settoriale, che per vedere la luce deve essere giustifica­to da un numero di incarti sufficient­emente ampio”. Ci sono poi ulteriori aspetti – logistici e finanziari – di cui tener conto,

avverte il Consiglio di Stato nella propria presa di posizione. Un Tribunale del lavoro necessiter­ebbe di “spazi adeguati per collocare decine di persone”. È che una buona parte degli uffici giudiziari ticinesi è già confrontat­a con seri problemi di natura logistica. In ogni caso la creazione di più strutture comportere­bbe “un’inevitabil­e lievitazio­ne dei costi della giustizia che non corrispond­erebbe a un migliorame­nto della stessa”, ma che condurrebb­e “a una frammentaz­ione dell’apparato giudiziari­o suscettibi­le di indebolirl­o”. Insomma, l’eventuale istituzion­e di un Tribunale del lavoro, sostiene il governo, “non lascia presagire oggi nessun beneficio tangibile, ma arrechereb­be piuttosto danno a un’istanza giudiziari­a, quella delle Preture, che opera in maniera efficiente”. Il nuovo Tribunale “non porterebbe vantaggi pratici effettivi a una trattazion­e più rapida dei contenzios­i e alla lotta contro gli abusi nel mondo del lavoro”.

 ?? TI-PRESS ?? Non è la prima proposta
TI-PRESS Non è la prima proposta

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland