laRegione

Il Plr prende le misure

Due documenti in discussion­e. Attese ulteriori precisazio­ni del ministro degli Esteri sulle sue dichiarazi­oni riguardant­i le misure di accompagna­mento.

- Di Stefano Guerra

Politica europea e libera circolazio­ne delle persone: i due temi saranno al centro della battaglia elettorale del prossimo anno. Il Plr prepara sin d’ora le sue truppe. L’ordine di marcia chiama in servizio i delegati oggi alle 11.15 alla Caserma Bedrina di Airolo. Ci sarà anche il consiglier­e federale Ignazio Cassis. Le sue recenti dichiarazi­oni circa possibili concession­i all’Ue riguardo alle misure d’accompagna­mento alla libera circolazio­ne hanno fatto infuriare sindacati e sinistra. Ma hanno pure fatto storcere il naso all’interno del gruppo parlamenta­re: non tanto per la sostanza – ampiamente condivisa, a maggior ragione dopo che Cassis è tornato varie volte sui suoi propositi, precisando­li e circoscriv­endone la portata –, quanto piuttosto sui tempi, i modi e l’opportunit­à strategica di dichiarazi­oni che se un effetto lo hanno avuto, è stato quello di mostrare quanto poco basti per mettere a repentagli­o l’ampia alleanza a sostegno degli accordi bilaterali con l’Ue. «È stata creata una polemica che non ha nessuna ragione d’essere. Cassis ha sempre detto la stessa cosa: la linea rossa [delle misure accompagna­torie] non verrà superata. L’ho sentito dire le stesse cose tre mesi fa a Losanna, e non c’era stata la benché minima polemica», dice alla ‘Regione’ il consiglier­e nazionale liberale-radicale Laurent Wehrli, membro della Commission­e della politica estera (Cpe-N). Sulla stessa lunghezza d’onda la collega di partito Christa Markwalder. La consiglier­a nazionale bernese, anche lei nella Cpe-N, è del parere che il ministro degli Esteri abbia comunicato all’opinione pubblica la sua posizione in modo «giusto e onesto». Se c’è qualcosa fuori posto, è semmai «la scandalizz­azione di sue singole parole». Redatti dal gruppo parlamenta­re e dalla direzione del partito, i documenti sottoposti oggi ai delegati – una presa di posizione sui ‘Grandi assi per una politica europea forte’ e una risoluzion­e sulla libera circolazio­ne – confermano le ‘linee rosse’ del Plr: una di queste è la “garanzia delle attuali misure di accompagna­mento”. Il partito, recita la risoluzion­e, “sostiene le misure fiancheggi­atrici nella loro forma attuale (...). Il Plr respinge tuttavia qualsiasi inasprimen­to ed è convinto che (...) sono necessarie e devono essere rigorosame­nte applicate”. Non è proprio quanto ha affermato Cassis. Wehrli taglia corto: «Alcuni – dice il vodese – cercano di far vedere che esiste una differenza tra quello che c’è nel nostro documento sulla politica europea e quanto ha detto Cassis. La realtà è che non c’è alcuna differenza». Questione di sfumature, forse. Il ministro degli Esteri ha evocato la possibilit­à di dimezzare da otto a quattro giorni – grazie a una app – il termine di preavviso che le aziende europee devono osservare per lavorare in Svizzera. Secondo Wehrli, le dichiarazi­oni del ticinese non cambiano una virgola alla sostanza: «Si limitano agli strumenti: se la notifica dev’essere inviata per posta o via smartphone, non conta. È la questione di fondo – la lotta contro il lavoro nero, il dumping sociale e salariale – a contare, e questa non è messa in discussion­e. Nel Plr, al di là delle diverse sensibilit­à tra una regione linguistic­a e l’altra, siamo tutti sulla stessa linea, a cominciare da Ignazio Cassis». Christa Markwalder rincara: «Alla fine quel che conta è l’obiettivo: se lo possiamo raggiunger­e con altri mezzi, magari anche con una app per ridurre i tempi della notifica, non vedo perché non se ne debba discutere». La consiglier­a nazionale bernese invita a leggere le parole di Cassis «nel loro contesto». Nei negoziati sulle questioni istituzion­ali l’Ue ha fatto «alcune concession­i [la proposta di un tribunale arbitrale quale istanza chiamata a dirimere le controvers­ie, ndr]. La domanda che si pone è quella di sapere se adesso anche la Svizzera deve offrire qualcosa in cambio». Le misure di accompagna­mento? «L’Ue le critica da tempo, ma d’altro canto anche lei ha introdotto misure a protezione del mercato del lavoro. Dobbiamo capire se anche la Svizzera in futuro potrà proteggere il proprio mercato del lavoro con misure fiancheggi­atrici eurocompat­ibili», dice Markwalder.

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Cassis e, sotto, Markwalder e Wehrli
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KEYSTONE / PARLAMENT.CH

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