L’Ue a pezzi sui migranti
Bruxelles – La più esplicita è stata Angela Merkel: «Sappiamo che non ci sarà una soluzione a livello dei 28 Stati membri su un pacchetto d’insieme sui migranti». Né domani, né al vertice del 28 e 29 giugno, del quale l’incontro “ristretto” convocato dal presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker dovrebbe essere un prologo. Le tensioni sul dossier, acuite dall’atteggiamento sprezzante del nuovo governo italiano, hanno indotto Merkel ad affermare che non si potrà andare oltre accordi bilaterali, trilaterali e multilaterali tra i singoli Paesi. Tanto che nessuna dichiarazione finale è prevista per l’incontro. In questo scenario allarmante per l’Europa, e nel mezzo di un nuovo caso di una nave respinta sia da Malta che dall’Italia, i funzionari ministeriali hanno tentato di redigere almeno una base di discussione su centri di sbarco, confini esterni e movimenti secondari, dopo che due giorni fa era stata accantonata la prima bozza per l’irritazione espressa dall’Italia. Roma si era opposta sul punto dei movimenti secondari dei migranti, sul quale Berlino insisteva, e aveva puntato i piedi chiedendo che venisse affrontata prima la questione degli sbarchi nei Paesi di primo approdo. La Commissione ha sottolineato di avere “una strategia molto complessa che ha diversi elementi sul piano interno ed esterno” e che “su molti di questi elementi sono stati fatti dei progressi, mentre su altri i passi avanti non sono ancora sufficienti”. Motivo per cui l’incontro è stato esteso a sedici Paesi, non intendendo tuttavia “escludere nessuno”. Il fatto è che qualcuno si è autoescluso: i Paesi di Visegrad, “disinteressati” a intrattenersi in quelle che per loro sono chiacchiere.