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Cinquanta motivi per rivotare

Il progetto semaforico sulla Cantonale, bocciato lunedì scorso, è tenuto in vita da una mozione Giorgio Pellanda, deputato Plr al Gran Consiglio, prova a ridare futuro al piano di fluidifica­zione anti-rotonde sulla Cadenazzo-Quartino

- Di Beppe Donadio

L’onda verde mancata è adesso un’onda lunga di rammarico che va trasforman­dosi in risacca. Due miseri voti, lo scorso 18 giugno in Gran Consiglio, hanno affossato il progetto di fluidifica­zione del tratto stradale Cadenazzo-Quartino e la relativa richiesta di credito di 3,3 milioni di franchi sfumata malgrado l’ok della Gestione. La vicenda passerà probabilme­nte alla storia come la questione dei semafori intelligen­ti, punto d’arrivo di un progetto che aveva individuat­o nella sostituzio­ne delle attuali rotonde con un nuovo sistema semaforico (e corsie di incanalame­nto) un’almeno temporanea soluzione delle code sulla Cantonale. Torna sull’occasione persa Giorgio Pellanda (Plr), con una mozione firmata da una cinquantin­a di colleghi (inizialmen­te condivisa con Omar Balli) nella quale si legge la volontà di rivotare: “la bocciatura è dovuta a motivi formali”, “la Legge sul Gran Consiglio non impedisce di rimettere in votazione un oggetto”.

Pellanda, un pensiero a bocce ferme?

È stata una sorpresa dolorosa, un vero peccato. Avevo piena fiducia nel progetto, la maggioranz­a della Gestione era d’accordo. Si attende da anni una soluzione, in attesa del futuro collegamen­to veloce A2-A13. Si trattava di un intervento mirato a portare almeno ad uno snelliment­o temporaneo. L’amarezza espressa pubblicame­nte del presidente della Cit Paolo Caroni, così come quella dei sindaci e dei Municipi di Gambarogno, Locarno, Muralto, Ascona, Losone, Orselina e Tenero-Contra mi trova solidale. Loro conoscono la realtà meglio di altri.

Si è spiegato cos’è accaduto?

Non saprei. Quando arrivano i rapporti sul banco, capita di dire subito “tanto passa”. Qualcuno quel giorno era assente, non dico perché avesse sottovalut­ato il tema, ma forse perché aveva dato per scontato che il rapporto sarebbe stato approvato. Un parlamento di milizia è un po’ così, non siamo profession­isti della politica, ci sono colleghi che hanno grossi impegni anche profession­ali.

Perché tante critiche al progetto?

Probabilme­nte perché manca un po’ di fiducia negli addetti ai lavori. È un po’ come nelle partite di calcio dove tutti sono allenatori. Io faccio il politico ma devo avere fiducia nei tecnici. Da quanto hanno potuto prevedere, la diminuzion­e del traffico sarebbe stata effettiva grazie alla funzione di dosaggio dei semafori. Il tratto principale avrebbe avuto sempre precedenza rispetto alle entrate laterali.

Torna in auge la scuola di pensiero dei semafori, qualcuno non

comprende il dietrofron­t.

Io penso che negli anni 90, il periodo in cui si sono diffuse, le rotonde siano state un po’ una moda. Chieda in Italia, o in Francia. Comunque non si confonda il traffico di allora, rispetto a quello di oggi che è in continuo aumento.

A chi chiedeva un test, prima di smantellar­e, cosa risponde?

Rispetto tutti i pensieri, ma mi sembra una scusa. Sono state fatte delle simulazion­i, oggi abbiamo i mezzi tecnici per capire cosa succederà. Ripeto, alle conclusion­i ci sono arrivati dei tecnici.

Ora la mozione: e la legge dei numeri?

C’è stata una maggioranz­a netta, ovvero 44 sì, 27 no e 6 astenuti su 78 votanti. L’unico ostacolo era nella maggioranz­a qualificat­a, che prevede 46 voti favorevoli, dunque è questione non più di merito, ma formale. Ho saputo che c’è una mozione parallela con modifiche soft al progetto che potrebbe rafforzare la nostra, ma presuppone un nuovo messaggio. In quel caso si va per le lunghe. La nostra, invece, conferma il progetto che c’è già.

Ma si può davvero rivotare?

Da mie informazio­ni e approfondi­menti, la legge non dice che non si possa. Ho parlato con i giuristi del Gran Consiglio, e sono possibilis­ti. Io ho grande fiducia, così come coloro che hanno sottoscrit­to la mozione. Diversamen­te il Locarnese e le sue valli dovranno convivere con un disagio non più sopportabi­le.

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TI-PRESS ‘Ho grande fiducia, così come coloro che hanno sottoscrit­to la mozione’

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