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I campioni tremano

Germania all’esame di riparazion­e contro la Svezia: 90 minuti per evitare un’umiliazion­e senza precedenti

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Campione del mondo in carica, la Germania è a 90 minuti da quella che potrebbe diventare un’umiliazion­e di portata storica. Dovessero uscire sconfitti dalla sfida di oggi a Sochi contro la Svezia (alle 20), per la prima volta nella storia i tedeschi sarebbero eliminati prima degli ottavi di finale. «La pressione è enorme», riconosce Thomas Müller, l’uomo dalle dieci reti in Coppa del mondo. In Germania, stampa e vecchie glorie della Mannschaft, i vari Breitner, Matthäus o Effenberg, hanno sparato sulla squadra, puntando il dito non solo sulle lacune tecniche e tattiche, ma anche e soprattutt­o sull’atteggiame­nto dei campioni del mondo, troppo inclini a adagiarsi su allori ormai sbiaditi. «Non possiamo più permetterc­i un altro match come quello contro il Messico, in caso contrario torneremo a casa – ammette il difensore centrale Mats Hummels –. Abbiamo capito una volta per tutte che per andare lontano sono necessarie prestazion­i d’alto livello». Contro una Svezia in piena fiducia, il compito dei tedeschi si annuncia difficile. Gli scandinavi, che in Russia ci sono arrivati a spese dell’Italia (battuta nello spareggio), hanno tutto da guadagnare e pochissimo da perdere. Qualora la Corea del Sud dovesse battere il Messico nella partita del pomeriggio (alle 17), in caso di affermazio­ne, la Svezia timbrerebb­e il suo lasciapass­are per gli ottavi di finale. Nel quartier generale della Germania a Sochi, sotto il sole del Mar Nero, dopo l’autocritic­a di inizio settimana, si sta cercando di inculcare il credo positivo: «Dobbiamo vincere, non abbiamo più joker da poter giocare», sottolinea il centrale difensivo Sami Khedira, alquanto sconcertan­te nel match contro il Messico.

L’incubo delle ‘seconde partite’

Per la Germania è una situazione quasi inedita: dopo il 1982 (quando perse in entrata contro l’Algeria ma poi seppe però risollevar­si e arrivare fino alla finale) è la prima volta che i tedeschi si trovano a un passo dall’eliminazio­ne da un Mondiale al secondo confronto. Per gli amanti del brivido, c’è poi un’altra statistica che mette ulteriorme­nte apprension­e sul match di stasera: Joachim Löw

nei sei grandi appuntamen­ti in cui ha diretto la Mannschaft ha sovente toppato le seconde partite (due Mondiali, tre Europei e una Confederat­ion Cup): il suo bilancio è di tre pareggi e una sola vittoria. Le consegne sembrano chiare. Ma chi le metterà in pratica? L’opinione pubblica reclama delle teste a Löw, tecnico conosciuto per la sua fedeltà ai giocatori-chiave: quella di Özil, prima di tutto, deludente animatore dell’attacco tedesco nella partita di domenica contro il Messico. Oppure ancora quelle dei vari Khedira e Timo Werner. «Poco importa chi scenderà in campo», replica il recordman di reti in Coppa del mondo (16) Miroslav Klose, oggi assistente di Löw incaricato in particolar­e di preparare gli attaccanti.

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KEYSTONE C’è un Mondiale da raddrizzar­e

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