Semafori e rotonde (anche triangolari), tema sempre caldo
Semafori intelligenti bocciati in Gran Consiglio, il tema rimane caldo Le firme del Plr per rivotare il credito riaccendono l’idea del ‘triangolo’ di Quartino. Per Bruno Storni (Ps) è comunque ‘no’: ‘Si spostano solo le colonne da un’altra parte’.
“Potenziali margini di manovra per migliorare la viabilità di questo collegamento stradale, in attesa della realizzazione della A2-A13, ne esistono ancora, basta un poco di buona volontà”. Lo scrivono Cleto Ferrari (Udc-LaDestra), Franco Celio (Plr), Sergio Morisoli e Paolo Pamini (La Destra). Con riferimento alla mozione annunciata in un’intervista alla ‘Regione’ lo scorso sabato da Giorgio Pellanda (Plr), nella quale si chiede di rivotare il credito pro-semafori intelligenti sulla Cadenazzo-Quartino bocciato lunedì 18 giugno – i quattro deputati in Gran Consiglio chiedono sia riportata all’attenzione una precedente mozione datata 20 giugno contenente misure alternative al messaggio 7508, bocciato per soli due voti. Si tratta della rotonda di Quartino, che durante i lavori di ammodernamento della linea ferroviaria del Gambarogno è stata sostituita da “un enorme triangolo di circa 250 metri di lato, a doppia corsia e a senso unico rivelatosi molto efficace nel fluidificare il traffico”. L’idea dei firmatari è che “se prima la rotonda di Quartino provocava regolarmente colonne, con questo accorgimento, che di fatto tocca solo la segnaletica orizzontale e quindi non particolarmente costoso, non abbiamo più riscontrato colonne”. Una soluzione applicabile “in tempi relativamente brevi”, per la quale si chiede al Consiglio di Stato di ripristinare alla rotonda di Quartino “le stesse modalità viarie applicate durante i lavori citati, ossia triangolo a senso unico e a doppia corsia che congiunge le direzioni di Locarno, Gambarogno e Cadenazzo”; suggeriscono “un’applicazione simile a quella vissuta a Quartino anche alla rotonda di Cadenazzo che dà accesso al Ceneri”, sostituendo la rotonda con simile ‘triangolazione’, dunque “congiungendo i poli di Locarno, Ceneri e Bellinzona con una doppia corsia a senso unico”. E, per finire: “Valutare l’eliminazione della rotonda Lipo”.
‘O si crede nel trasporto pubblico, visto che si spendono soldi, oppure qui la mano destra non sa cosa fa quella sinistra’
«A questo punto si potrebbe chiedere di rivotare la mozione sugli sgravi fiscali, visto che l’aveva votata soltanto il 30 per cento…». Bruno Storni (Ps) commenta così quel ‘parlamento di milizia’ citato da Pellanda per tentare di spiegare i due voti mancanti al ‘si’ qualificato sui semafori. Ma il punto è un altro: «Nella stessa riunione si sono votati 90 milioni di franchi per la partecipazione a un progetto da 400 milioni per il tram-treno del Luganese. Ribadisco quello che avevo detto nel mio intervento, e cioè che non ha senso provare a spremere l’ultima goccia, ammesso ci sia, da una strada quando fra 2 anni aprirà la galleria di base del Ceneri, con raddoppio del binario a Contone e Gordola. O si crede nel trasporto pubblico, visto che si spendono soldi, o qui la mano destra non sa cosa fa quella sinistra» ribadisce Storni, ricordando come «i lavori per demolire rotonde e rifare incroci e preselezioni genereranno più ingorghi di quanti si pensa di eliminare». Questione di tempi, dunque, e di argomentazioni definite poco credibili: «Una simulazione che dà esiti positivi del 50% è abbastanza fantasiosa, visto che non vi era traccia di un valore minimo. Fa specie l’insistenza sulla miracolosità di misure non provate. Posso capire se si trattasse di una seconda Mappo Morettina, ma qui si arriva a calcolare con dati stimati che alla prova dei fatti sono sbagliati». E poi «si discute di onda verde su una strada comunque bidirezionale, oltretutto in saturazione. Le simulazioni hanno tolleranze e possono arrivare a risultare sbagliate come si è visto per il piano viario del Luganese». Storni confida nel recupero del “ritardo enorme del Ticino nel trasporto pubblico, meno della metà dell’uso della media svizzera», richiamando la bontà delle scelte di Losanna, dove la nuova linea M2 «supera di gran lunga le previsioni del numero di persone trasportate ed era già al limite di capacità dopo 5 anni, segno che quando il servizio pubblico è valido, la gente lo utilizza». Quanto all’idea del ‘triangolo’, «non ha senso, serve soltanto a spostare le colonne da un’altra parte».