Percorsi formativi e controlli preventivi
Un’iniziativa cantonale per chiedere alle “autorità federali” di rivalutare la propria decisione e quindi di attribuire alla Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (Sefri) “il compito di vigilare a livello preventivo sulla qualità del percorso preparatorio” all’Esame federale di professione (Ep) e all’Esame professionale federale superiore (Eps). A proporre l’iniziativa cantonale, sottoponendola all’approvazione del Gran Consiglio, è Massimiliano Ay. Il deputato del Partito comunista prende spunto dalla risposta del governo cantonale a una sua precedente interrogazione sul problema, ricorda Ay, “della pubblicità fuorviante di alcuni istituti scolastici privati che millantano riconoscimenti accademici di vario genere pur di accaparrarsi dei... clienti (più che degli studenti)”. I contenuti dei citati esami, scrive Ay, sono disciplinati dalle prescrizioni della Sefri: “Tuttavia gli enti privati che offrono il percorso di preparazione a tali esami, dal 2018 non sottostanno più ad alcun controllo a priori”. E “non è nemmeno possibile per l’autorità vigilare sui contenuti di questi percorsi preparatori”. Si tratta di una decisione della Confederazione, che “il Cantone Ticino aveva criticato”, sottolinea il parlamentare. Il Consiglio di Stato, prosegue Ay citando la risposta del governo alla precedente interrogazione, “ritiene, giustamente, anche importante che la Sefri possa fungere da filtro al momento dell’iscrizione delle offerte di corsi preparatori nel catalogo” delle stesse. L’iniziativa cantonale, evidenzia ancora il suo autore, si prefigge di “garantire la qualità dell’offerta formativa nel nostro cantone” e di “tutelare gli studenti che ne fruiscono”.