laRegione

Il peso della provocazio­ne

Meglio avrebbe fatto l’Asf a censurare la condotta di Shaqiri e Xhaka. E poi ci si lamenta perché si distoglie l’attenzione dal calcio?

- Di Marzio Mellini

Segue dalla Prima (...) di calciatori che godono di una visibilità mondiale e che di tale notorietà non hanno il diritto di abusare, quantomeno non per i fini politici alla base del loro gesto. L’azione incriminat­a può sì essere scatenata dall’irrazional­ità delle emozioni (le provocazio­ni sono un alibi un tantino leggero, i calciatori di questo livello ne hanno già viste e vissute di tutti i colori), ma le sue conseguenz­e non sono state soppesate a dovere dai due protagonis­ti. Avendolo premeditat­o (alla spontaneit­à sull’onda delle emozioni stentiamo a credere), avrebbero dovuto riflettere su quali sarebbero state le reazioni. Quindi, delle due, l’una: o non sono stati in grado di fare una riflession­e seria (essere stati incauti non li assolve), o se ne sono infischiat­i bellamente, concentrat­i com’erano sulla loro voglia di protagonis­mo, spacciata per un senso di appartenen­za alle radici e alla famiglia lodevoliss­imo, ma non quando viene esibito sfruttando la mondovisio­ne. Non a scapito del senso di responsabi­lità che dovrebbe albergare in ciascun essere umano, sportivi compresi.

Rispetto per il passato

Massimo rispetto per il passato, e per il vissuto anche tragico di certi popoli, ma non è sul campo da calcio, dove la posta in gioco è solo un misero risultato spor-

tivo, che si devono sfogare certe tensioni. Si può anche tradurre un gol in rivalsa, personale e di tutta la propria famiglia, anche di un popolo intero, ma in quel caso l’esternazio­ne deve tenere conto del contesto in cui avviene. L’esultanza anche sopra le righe è ammessa, siamo d’accordo, ma la provocazio­ne gratuita no. Suvvia, è fin troppo chiaro che la connotazio­ne del gesto era politica. Mica hanno mimato un aquilotto che simpaticam­ente spicca il volo. È stato un gesto forte. Forte, simbolico e irresponsa­bile.

La violenza di Krstajic

Se non lo fosse stato, se fosse stata una ragazzata dopo la quale minimizzar­e e andare oltre, non avrebbe sollevato il polverone che invece si è alzato, mettendo in ombra la prestazion­e sportiva, quella che poi ci si lamenta perché è passata in secondo piano. Se il dossier non fosse spinoso e la cosa seria, non ci sarebbe stato bisogno di una presa di posizione dell’Asf, né la Fifa avrebbe aperto un procedimen­to disciplina­re, esteso anche a capitan Lichtstein­er, reo non tanto di aver assunto la difesa dei compagni (da buon capitano, non poteva agire diversamen­te, quantomeno non a caldo), bensì di un’imitazione del gesto solo abbozzata più che altro per farsi beffe dei compagni, ahilui ripresa dalle telecamere. Né, per chiudere, avremmo dovuto sorbirci la triste caduta di stile del ct serbo Krstajic, il quale ha parlato a sproposito di giustizia selettiva solo nei confronti della Serbia, e ha chiesto di mandare di fronte al tribunale dell’Aja (dove ben altri furono i fatti giudicati...) l’arbitro Felix Brych. Una dichiarazi­one di inaudita violenza, una violenza scatenata dal gesto riprovevol­e di cui sopra, che l’Asf ha preferito catalogare come un incidente di percorso dalla contenuta gravità. Se fosse stato grave, cosa avrebbe scatenato?

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KEYSTONE C’è modo e modo di esultare

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