Acqua sulle… candeline
Nel giorno del 31esimo compleanno di Messi il presidente della Federcalcio argentina prova a calmare gli animi
Golpe, colpo di mano, complotto? Macché, in casa Argentina non è successo nulla. O meglio, così sembrerebbe stando a quanto ha voluto fare sapere “urbi et orbi” il presidente della federazione albiceleste, Claudio Tapia, che ha organizzato in fretta e furia una conferenza stampa per spegnere l’incendio che si stava alimentando a Bronnitsy, sede del ritiro della Selección, e recuperare un minimo di tranquillità in vista del cruciale spareggio contro la Nigeria di domani sera. Nel giorno del 31° compleanno di un rattristato Leo Messi e tre giorni dopo la batosta contro la Croazia, il numero uno dell’Afa ha voluto fare chiarezza sulle voci, da lui definite «bugie», che parlavano di frattura tra il ct e la squadra e, soprattutto, sulla presunta autogestione richiesta a gran voce dai giocatori. Nel mirino è finita così la stampa, colpevole – a detta di Tapia – di aver mistificato la realtà. Il presidente dell’Albiceleste se l’è presa con i giornalisti e con «quanti vogliono danneggiare l’immagine del gruppo. Mi è sembrato opportuno venire qui per chiarire un po’ di cose – ha detto –. Voi siete il quarto potere, ma ci sono diversi modi di esercitarlo». Tapia ha quindi fatto sapere che «oggi (ieri, ndr) lo staff tecnico ha guidato l’allenamento e il gruppo si è allenato regolarmente, a dimostrazione che quello che è stato scritto sono solo bugie».
Tapia nega la scissione tra tecnico e squadra e attacca i media: ‘Scritte solo bugie’
Un punto di vista condiviso da Mascherano e Biglia che hanno smentito ogni dissidio con il ct e invitato all'unità: «Siamo consapevoli di aver commesso degli errori, ma tutto questo rumore intorno a noi non aiuta – ha detto Mascherano –. Non aiuta mai soprattutto quando fa riferimento alla divisione e non all’unità». L’ex blaugrana ha ammesso che c’è stato un incontro tra squadra e tecnico, «con la volontà di fare ciascuno la propria parte. Con il ct i rapporti sono normali. Abbiamo una nuova opportunità, invertiamo la tendenza e andiamo avanti». Tutto tranquillo quindi? Non sembra, la tensione in casa ar-
gentina resta palpabile, anche se il successo della Nigeria sull’Islanda ha di fatto congelato ogni diatriba e messo in un cantuccio i dissapori, pronti a esplodere in caso di ennesimo flop domani sera. Per ora avanti tutti insieme, con Sampaoli che resta al
comando, anche se magari senza più l’autorità di cui godeva fino a pochi mesi fa. Le 13 partite con altrettante formazioni diverse hanno disorientato un po' tutti in casa argentina e la curiosità adesso si sposta sull’ennesimo undici che il ct metterà in
campo a San Pietroburgo. Messi è l’unico sicuro della maglia. Dopo l’errore fatale dal dischetto contro l’Islanda e la prova opaca (eufemismo) contro la Croazia, la Pulce sa di avere l’ultima chance per raddrizzare il suo Mondiale.