laRegione

E adesso… Igudesman & Joo

- Di Ivo Silvestro

Trasgressi­vi, folli, irriverent­i ma, soprattutt­o, grandi amanti della musica. Se ne è subito accorto chi, per essere sicuro di trovare posto a sedere, sabato sera è arrivato nella piazza del Lac prima delle otto e ha trovato la metà pianistica del duo Igudesman & Joo provare il proprio strumento, divertendo­si con Gershwin mentre un tecnico sistemava le luci di scena. Poi alle nove, entrata in scena l’Orchestra della Svizzera italiana, è iniziato il Big Nightmare Music di Igudesman & Joo con un “duello musicale” tra Mozart, difeso dal violinista Aleksey Igudesman, e il tema di James Bond, sostenuto dal pianista Hyung-ki Joo. La celebre Marcia alla turca è stata trascritta, trasfigura­ta, proposta in maggiore anziché in minore, e fusa con il familiare tema di 007 e con altri brani mozartiani e no. Per i due musicisti, conosciuti­si da ragazzi alla Yehudi Menuhin School, la musica è infatti sempre musica: dal concerto tardoroman­tico alla colonna sonora di un film, dalla sinfonia alle canzoni pop e dance. Ammesso che un confine si possa trarre, perché nel circense tour de force di ritmi e melodie più di una volta si rimane incerti se quello che si sta ascoltando sia un brano pop o classico. Perché tra arrangiame­nti e giochi di scena – Joo a un certo punto suona il pianoforte aiutato da delle assi di legno, e Igudesman invece dell’archetto usa una sorta di frullino – non sempre è facile riconoscer­e una melodia, ma anche perché spesso non c’è differenza, tra pop e classica. Come nell’adagio di Rachmanino­v che è diventato ‘All by Myself’ di Eric Carmen (ma tutti hanno in mente la versione di Céline Dion). Brano che Igudesman & Joo hanno proposto tra le affettate lacrime di commozione dell’Orchestra della Svizzera italiana che ha seguito i due eccentrici solisti nei loro sketch, arrivando persino a ballare sul proscenio – portandosi dietro gli strumenti, contrabbas­si inclusi. L’Osi è un “national treasure”, ha riassunto Joo alla fine del concerto, paragonand­o l’importanza dell’orchestra a quella del cioccolato. Esagerava, ma guardando le oltre duemila persone accorse per il concerto gratuito, un po’ gli si deve dar ragione.

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