Borse, ‘verso la fase rialzista più lunga della storia’
Segue da pagina 6 (…) a rispondere realmente colpo su colpo alla sfida americana, la prospettiva di una guerra doganale è reale. Secondo i calcoli dell’Oecd, un aumento permanente del 10% dei costi commerciali ridurrebbe il Pil globale dell’1% nel medio periodo. E, secondo Barclays, dazi del 10% su tutti i beni importati ed esportati dagli Usa farebbero calare gli utili delle società dell’S&P 500 di circa l’11%, vanificando i benefici della riforma fiscale. Paradossalmente, sarebbero le tariffe doganali sulle importazioni a far più danni alla corporate America. Si potrebbe pensare che nella guerra contro la Cina siano gli Stati Uniti ad avere il coltello dalla parte del manico, dal momento che denunciano un saldo commerciale negativo di 370 miliardi. Errore, dicono gli analisti di Deutsche Bank e di Jp Morgan: perché la bilancia commerciale non tiene conto di beni e servizi prodotti in Cina da aziende americane pari a 275 miliardi. E si tratta dei grandi nomi della Borsa americana sui quali hanno investito parecchio denaro i fondi pensione statunitensi. Ecco perché la reazione di Wall Street può rappresentare il vero antidoto alle smanie protezionistiche di Trump: il quale non può permettersi di affrontare le elezioni di novembre con una Borsa che ha sofferto per causa sua.