Lo stalking passa anche dal termostato
Succede che quando ci si ama si condividano nomi utenti e password. Di Facebook, di Instagram, dell’account email e, ultimamente, anche degli apparecchi intelligenti che popolano la casa dove si vive assieme. Capita anche che, a volte, gli amori finiscano, ma che ci si dimentichi di queste condivisioni. Succede poi che qualcuno possa approfittarsene. Secondo un’indagine condotta di recente dal ‘New York Times’ sarebbero in rapido aumento gli abusi commessi da ex partner tramite le tecnologie intelligenti installate nell’abitazione comune: termostati che vengono alzati o spenti in remoto, campanelli che suonano ripetutamente senza che vi sia nessuno alla porta, altoparlanti connessi a internet che si mettono a riprodurre musica a tutto volume durante la notte. E poi ci sono le telecamere di sorveglianza, installate per stare più sicuri, ma che – in mano di un determinato ex partner – diventano strumenti per spiare l’ex compagna o compagno. Episodi che spesso vedono tra le vittime le donne. Questo, spiega al ‘Times’ Melissa Gregg, direttrice della ricerca alla Intel, perché sono soprattutto gli uomini a installare i gadget intelligenti in casa, mentre la compagna sovente non ha nemmeno idea di come funzionino. Un fenomeno, quello dello stalking digitale, che esiste anche alle nostre latitudini, come testimonia l’esperto di informatica Paolo Attivissimo sul suo blog. Fenomeno, scrive, che si manifesta “attraverso il monitoraggio e il controllo di dispositivi digitali, per esempio tramite un’app di tracciamento installata di nascosto sullo smartphone o una password di Gmail condivisa”.