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COME FUNZIONA

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Nei materiali con memoria i ricercator­i sfruttano alcune proprietà molecolari per far ricordare loro una forma precisa. In effetti le molecole di alcuni solidi possono disporsi in maniera differente a dipendenza delle condizioni ambientali in cui si trovano (temperatur­a o umidità diverse). Ad occhio nudo non si percepisce alcuna differenza, ma a livello microscopi­co le molecole si dispongono secondo schemi diversi, modificand­o le caratteris­tiche di durezza e malleabili­tà dell’oggetto. È così possibile prendere ad esempio un filo metallico e fargli memorizzar­e una forma specifica riscaldand­olo a temperatur­e molto elevate. In questo modo le sue molecole vengono forzate ad assumere una disposizio­ne particolar­mente rigida in una forma predetermi­nata. Una volta riportato a temperatur­a ambiente, il filamento si ‘rilassa’ e diventa facilmente deformabil­e. Se però viene scaldato, le molecole ritornano nello stato ‘rigido’, riportando il filo alla forma originale. «La memorizzaz­ione di una forma può avvenire sia applicando temperatur­e estremamen­te alte, sia portando il materiale a temperatur­e molto basse», rivela Andrea Tedeschi. Alcuni di questi materiali si prestano anche per essere stampati con delle stampanti 3D. L’effetto è di ottenere un solido per lo più piatto capace di muoversi se immerso in acqua o se scaldato.

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