Più di 700mila profughi siriani in fuga
L’Onu parla di una ‘catastrofe’, mentre Giordania e Israele non intendo accogliere altre persone
Nuova emergenza profughi dalla Siria: oltre 700mila civili del sud del Paese sono tra l’incudine della chiusura della frontiera da parte della Giordania e il martello dell’offensiva russa, che mira a conquistare i territori da sei anni in mano a milizie delle opposizioni. L’Onu ieri ha parlato del rischio di una “catastrofe” per le 725mila persone che abitano le regioni di Daraa e Qunaytra, rispettivamente a ridosso dei confini con la Giordania e con le Alture del Golan controllate da Israele. E da Amman, il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi ha detto che si incontrerà con il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, sottolineando la necessità di «assicurare la protezione dei civili nel territorio siriano». Sia la Giordania che Israele si rifiutano di accogliere profughi e insistono nel creare i presupposti per un soccorso nei territori siriani. Il regno hascemita ha dal 2011 a oggi accolto più di 600mila siriani, mentre lo Stato ebraico si è limitato in questi anni a fornire saltuaria assistenza medica a feriti gravi. Giovedì notte l’esercito israeliano ha trasferito in quattro punti dall’altra parte delle Alture aiuti umanitari per i profughi giunti a seguito dell’offensiva militare di Damasco. L’esercito israeliano si è detto pronto a offrire altri aiuti ma “non consentirà ai siriani in fuga dalle ostilità di entrare” nel suo territorio. L’Alto Commissario dell’Onu per i diritti umani, Zeid Raad Hussein, ieri ha invitato le parti coinvolte nel conflitto a evitare «il bagno di sangue e la sofferenza già viste [in Siria] all’inizio di quest’anno», in riferimento alle operazioni militari governative nella Ghuta, a est di Damasco. Zeid, che è di origine giordane ed è membro della casa reale hascemita, ha affermato che c’è il rischio che la popolazione di Daraa e Qunaytra – 725mila persone secondo i dati dell’Onu – rimanga intrappolata nelle battaglie. Sul terreno, fonti mediche locali e della protezione civile hanno indicato che l’offensiva lealista ha finora ucciso un centinaio di persone, tra cui una ventina di minori, negli ultimi dieci giorni. E i media di Damasco, che ricordano che l’avanzata è “contro i terroristi”, hanno affermato che diverse località nella regione di Daraa si sono arrese o sono pronte ad arrendersi.