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Più di 700mila profughi siriani in fuga

L’Onu parla di una ‘catastrofe’, mentre Giordania e Israele non intendo accogliere altre persone

- Di Lorenzo Trombetta (Ansa)

Nuova emergenza profughi dalla Siria: oltre 700mila civili del sud del Paese sono tra l’incudine della chiusura della frontiera da parte della Giordania e il martello dell’offensiva russa, che mira a conquistar­e i territori da sei anni in mano a milizie delle opposizion­i. L’Onu ieri ha parlato del rischio di una “catastrofe” per le 725mila persone che abitano le regioni di Daraa e Qunaytra, rispettiva­mente a ridosso dei confini con la Giordania e con le Alture del Golan controllat­e da Israele. E da Amman, il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi ha detto che si incontrerà con il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, sottolinea­ndo la necessità di «assicurare la protezione dei civili nel territorio siriano». Sia la Giordania che Israele si rifiutano di accogliere profughi e insistono nel creare i presuppost­i per un soccorso nei territori siriani. Il regno hascemita ha dal 2011 a oggi accolto più di 600mila siriani, mentre lo Stato ebraico si è limitato in questi anni a fornire saltuaria assistenza medica a feriti gravi. Giovedì notte l’esercito israeliano ha trasferito in quattro punti dall’altra parte delle Alture aiuti umanitari per i profughi giunti a seguito dell’offensiva militare di Damasco. L’esercito israeliano si è detto pronto a offrire altri aiuti ma “non consentirà ai siriani in fuga dalle ostilità di entrare” nel suo territorio. L’Alto Commissari­o dell’Onu per i diritti umani, Zeid Raad Hussein, ieri ha invitato le parti coinvolte nel conflitto a evitare «il bagno di sangue e la sofferenza già viste [in Siria] all’inizio di quest’anno», in riferiment­o alle operazioni militari governativ­e nella Ghuta, a est di Damasco. Zeid, che è di origine giordane ed è membro della casa reale hascemita, ha affermato che c’è il rischio che la popolazion­e di Daraa e Qunaytra – 725mila persone secondo i dati dell’Onu – rimanga intrappola­ta nelle battaglie. Sul terreno, fonti mediche locali e della protezione civile hanno indicato che l’offensiva lealista ha finora ucciso un centinaio di persone, tra cui una ventina di minori, negli ultimi dieci giorni. E i media di Damasco, che ricordano che l’avanzata è “contro i terroristi”, hanno affermato che diverse località nella regione di Daraa si sono arrese o sono pronte ad arrendersi.

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KEYSTONE Senza un posto dove andare

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