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Naufragio in Libia, affogano 100 persone di cui tre neonati

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Mentre l’Europa litiga e scatta il blocco dei porti per le Ong continua la tragedia dei disperati in fuga dall’Africa verso il sogno europeo. Con un’altra, l’ennesima, nave che si inabissa, lasciando in mare oltre 100 migranti, tanti neanche in grado di nuotare. Con un nuovo pesantissi­mo bilancio di vite umane: almeno un centinaio di dispersi, dati ormai per annegati. E tra loro almeno tre piccoli, poco più che neonati, i cui corpi sono stati raccolti dai soccorsi della Guardia costiera libica che è riuscita a salvare solo 16 delle persone che erano a bordo. Un altro tragico bilancio che si va ad aggiungere a quei nuovi numeri, rimbalzati ieri dall’Agenzia delle Nazioni Unite per la migrazione (Oim), che solo dall’inizio dell’anno ha contato già 1’000 morti nel Mediterran­eo, oltre 650 solo sulla rotta tra il Nordafrica e l’Italia. Il naufragio è avvenuto giovedì notte seisette miglia al largo ad est di Tripoli. Il barcone, vecchio, con circa 120-125 persone a bordo, ha cominciato a cedere con crepe a prua e i migranti si sono ammassati a poppa, dove però il motore ha preso fuoco, generando panico e urla. Sul barcone, secondo un sopravviss­uto yemenita, oltre a uomini di nazionalit­à arabe e africane, c’erano anche almeno 20 donne (ma l’Onu ne stima 30) e 10 bambini. Rilevante per il quadro creato dalla chiusura dei porti italiani e dalla questione delle Ong è il fatto che i naufraghi abbiano dovuto nuotare un’ora prima di essere soccorsi, come denunciato dall’Alto Commissari­ato dell’Onu per i rifugiati. La Guardia costiera libica, intervenut­a con un gommone e impegnata anche nel salvataggi­o di altri 345 migranti in tre diversi punti della stessa area, è tornata a lamentare di non avere sufficient­i motovedett­e e pezzi di ricambio per far fronte al traffico di esseri umani che tra il 2000 e l’anno scorso ha causato quasi 34mila morti, secondo un rapporto dell’Oim. I sopravviss­uti sono stati condotti alla base di Hamidya e – alla presenza dell’Organizzaz­ione medica internazio­nale Oim e della Mezzaluna rossa, come ha sottolinea­to la Guardia costiera libica per attestare il rispetto dei diritti umani – sono stati consegnati all’Autorità per la lotta all’immigrazio­ne illegale di Tagiura, un quartiere di Tripoli. ANSA

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KEYSTONE Molti non sapevano nuotare

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