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Le tariffe rifiuti e l’effetto boomerang

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‘Chi inquina, paga’. A Chiasso questo principio è stato assimilato da tempo: la tassa sul sacco è del 1994, quella mista del 2006. Dall’anno prossimo la prassi, per volere del Cantone, sarà estesa a tutti i Comuni. Il che modificher­à anche le tariffe chiassesi: giù il costo del sacchetto (a 1 franco e 30), su il balzello base con l’obiettivo di coprire le spese della gestione dei rifiuti urbani. Di fatto, agli occhi del consiglier­e comunale Carlo Coen l’autorità cantonale “ha stravolto gli equilibri che avevamo costruito in tanti anni”. Il ritocco delle tasse non convince l’esponente del Plr. Da un lato, osserva in un’interrogaz­ione, si mettono in difficoltà le famiglie, dall’altro si equiparano negozi a centri commercial­i, artigiani a fabbriche. E farlo risulta “irragionev­ole oltre che illogico”. Non solo, fa notare Coen, la forchetta dei prezzi dovrebbe essere “meglio ridistribu­ita”; e bisognereb­be “essere molto cauti con gli aumenti”. Tanto più, rimarca, che le nuove norme chiamano alla cassa pure gli organizzat­ori delle manifestaz­ioni. In futuro i sacchi da 200 litri si dovranno pagare e si dovrà provvedere alla raccolta separata, con la raccomanda­zione di usare bicchieri e stoviglie riutilizza­bili. Una modalità che lascia dei dubbi. L’esperienza sul campo, motiva, ha mostrato che i maxisacchi “sparivano in continuazi­one” – tanto da optare per sacchi neri – e che il materiale riutilizza­bile ha “un costo molto elevato”, allora meglio le stoviglie biodegrada­bili al 100 per cento. Visti le tariffe e il momento di difficoltà finanziari­e, il rischio, secondo il consiglier­e, è che anziché ridurre la spazzatura, si otterrà l’effetto contrario. Quindi, chiede, non è il caso di rivedere un po’ le cose?

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