Nella media il numero di reti realizzate
Controverso, tacciato di scarsa credibilità, di difficile comprensione per i calcoli complicati che lo generano, il ranking Fifa ha però fornito indicazioni che lo svolgimento del Mondiale ha rispettato. Delle sedici squadre ancora in lizza, dodici sono inserite nel Top-16 mondiale, addirittura tre su quattro. All’appello mancano solo la Germania (prima in classifica), Polonia (8ª) – le due grandi delusioni della fase a gironi – e il Perù (11ª), che avrebbe però meritato miglior sorte. Delle prime sedici spicca anche l’assenza del Cile (9ª), che ha però fallito la qualificazione alla Coppa del mondo. Le quattro Nazionali assenti sono rimpiazzate da Croazia (20ª), Svezia (24ª), Giappone (61ª) e Russia (70ª). Il totale di 122 reti realizzate nella fase a gironi inserisce il Mondiale russo nella media dei grandi tornei con 32 squadre, con 2,54 gol a partita. Si è segnato un po’ meno rispetto al 2014 (136), al 2002 (130) e al 1998 (124), ma un po’ di più che nel 2006 e nel 2010 (101).
Nei minuti di recupero
Un dato che invece non è in linea con le edizioni precedenti è quello dei gol realizzati nei minuti finali delle partite, o in quelli di recupero. In Russia, le reti segnate dopo l’85’, sono state 25 (in 20 partite diverse), quattro anni fa in Brasile furono solo 15 (in 13 incontri). Alcune di queste realizzazioni hanno contribuito in maniera spettacolare a decidere una partita. Si pensi alla punizione di Kroos al 95’ che era valsa la vittoria della Germania ai danni della Svezia. La stessa ‘Mannschaft’ che nella partita successiva è stata poi castigata dalla Corea al 92’ e 96’. Emblematico anche il caso dell’Argentina, con il gol di Rojo all’86’ contro la Nigeria che ha evitato all’Albiceleste un’eliminazione mortificante. Alcune squadre importanti hanno dovuto attendere anch’esse i titoli di coda prima di avere la meglio su avversari meno quotati: l’Inghilterra contro la Tunisia, l’Uruguay contro l’Egitto, o il Brasile contro la Costa Rica.