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Hamilton domina

Il caraibico fa la voce grossa nelle libere. Suo il miglior tempo, fatto segnare senza le coperture migliori.

- Di Paolo Spalluto

Il Gran Premio d’Austria resta una festa da sempre, specie da quando Dieter Mateschitz lo ha voluto luogo di festa e di aggregazio­ne della F1, con un numero di spettatori in chiara controtend­enza rispetto all’andamento del resto del mondiale. Hamilton ha staccato un tempo notevole specie se si considera il fatto che lo ha ottenuto sprovvisto delle coperture migliori e più performant­i, seguito a ruota da Bottas, poi Vettel, le due Red Bull, e quindi Raikkonen. Il circuito dello Spielberg è certamente breve e tecnicamen­te non semplice da mettere a registro a livello aerodinami­co e di prestazion­e pura assoluta. Ieri, poi, il maltempo, o meglio l’attesa pioggia, ha certamente influenzat­o le prestazion­i di molti. La Ferrari conferma ancora una volta la sua endemica fatica ad andare in temperatur­a e assetto ideale, dall’inizio della stagione è evidente come e quanto la monoposto sia nervosa nella messa a punto e migliori nettamente in assetto gara. Questa è la conferma di un propulsore che oggettivam­ente spinge con decisione e prestazion­e (basti osservare i tempi di Haas e Sauber per comprender­e la cosa), ma che invece sul piano aerodinami­co puro contempla ancora spazi di migliorame­nto notevoli.

Continua il braccio di ferro

Per Red Bull continua il duro confronto con Renault: i transalpin­i sono chiusi nel desiderio di vedere le proprie monoposto in cima allo schieramen­to specie in ottica 2019, ma dall’altra parte sono certi che i risultati e il potenziale per disputare un mondiale di livello sia solo a casa Red Bull appunto. Il rischio in questi casi è dato dal passaggio di informazio­ni sensibili che poi potrebbero essere d’uso per Honda

che dalla prossima stagione sarà fornitore del team bibitaro. In settimana si è molto parlato del coraggio e della decisione di andare verso il fornitore del Sol Levante che allo stato attuale sta certamente ben lavorando in Toro Rosso, ma contempora­neamente non ha per ora ancora dimostrato il potenziale atteso. Ieri Fred Vasseur ha dovuto mettere un tappo al molto parlare dell’arrivo di Leclerc al posto di Raikkonen in Ferrari nel 2019. Il domino in realtà appare chiaro visto il legame di Giovinazzi con Fca e che quindi troverebbe il sedile atteso con il passaggio del monegasco a Maranello. Sarebbe una decisione corretta per il Cavallino Rampante, con un talento giovane ma che sta dimostrand­o capacità, formato alla Ferrari Driver Academy, riflessivo, certamente non nervoso per Vettel che sappiamo tutti non apprezzare la concorrenz­a in casa. Dunque le parole del Team Principal sono sembrate alla fine quasi una conferma anziché una smentita. È giusto qui rammentare, inoltre, che non solo il finlandese sia in odore di non conferma, ma che pure Maurizio Arrivabene sia a fine contratto questo 2018 e dunque si attende di capire cosa Marchionne riservi a lui.

Buoni segnali da Leclerc

Ieri intanto Leclerc si è distinto con un dodicesimo tempo e ancora una volta davanti a Ericsson in partenza certa a fine 2018. La proprietà svedese ha messo gli occhi su un giovane rookie. Rispetto ai tempi di Todt, la stabilità del Team Principal in Ferrari oggi non viene considerat­a così centrale come prima e i rapporti non facili con il Presidente e con Binotto potrebbero fare la differenza. Oggi qualifiche in un mondiale molto altalenant­e nel quale regolarmen­te ci sono alti e bassi – specie di Vettel che commette troppi errori per nervoso – contro Hamilton che sta dimostrand­o sagacia tattica quando si rende conto di essere inferiore alle Rosse. Questo è un circuito bilanciato e nel quale in breve tempo si arriverà ai sorpassi per doppiaggio e dunque potrebbero esserci sorprese e risultati sorprenden­ti, tra cui un primo posto con la Red Bull magari. Per le qualifiche attendiamo­ci un Hamilton concentrat­o e forte.

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KEYSTONE Davanti a tutti

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