Tempo post umano
Sguardi / Se la Storia accelera, anche uomini e donne che la abitano cambiano passo (e aspetto) Tatuaggi, jeans laceri, piercing e accessori da millenial, musica e linguaggio essenziali, in un generale trionfo di gusti estetici passibili di discussione. U
Arte e vita dei post umani. Pensavo a questo mentre consumavo il mio frugale pasto in un ristorantino vicino a casa. L’individuo già post umano è in genere nato verso la fine del secolo scorso. Diciamo negli anni Novanta. Di solito non parla, ma urla, essendo abituato al frastuono da discoteca dove trascorre le sue magnifiche serate, per lo più allietate da alcol e/o altre sostanze. Il suo lessico predilige espressioni e parole come “cioè nel senso”, “tipo”, “occhèi”, unitamente a un sagace fiorire di involontarie metafore di ordine esclusivamente sessuale e fecale, peraltro inconsapevolmente sganciate dal loro bassissimo significato letterale. Indossa, maschio o femmina che sia, scarpe da tennis pur non praticando il tennis né, per lo più, alcun genere di discipline sportive. Esibisce pantaloni jeans stracciatissimi pur non essendo tecnicamente straccione, numerosi braccialetti ciondolanti invano e talvolta tatuaggi estremi che ne rendono la povera superficie epidermica simile a una tovaglia o tenda, in un evidente aggiornamento post umano dell’horror vacui. Ma tutto questo appartiene solo alla parte banalmente esteriore del nobile soggetto post umano. Egli infatti gode di un orizzonte culturale di singolare e intensa novità espressiva e di ricerca e aggiornamento in progress.
Guido Catalano, un po’ come Fedez
In campo letterario, per esempio, ama la poesia e per tale intende, opportunamente, l’opera di tale Guido Catalano o di tale Silvia Salvagnini, già avendo oltrepassato l’ideologia sub estetica e domestica, benché anticipatrice del canone sub umano, dei vecchi cantautori. In campo musicale alto, egli adora le esecuzioni, tipo sottofondo innocuo o da ascensore, dello pseudo giovane e ricciutissimo Allevi, mentre non disdegna, democratico quale egli è, il campo pop, dove si avvale del suggestivo contributo di maestri come Fedez e affini, soggetti all’avanguardia nel campo della mirabile ricerca post umana. Sempre in musica, si esprime nella ricerca dell’autentica essenzialità, anzi, semplificazione, espressa acutamente dalle percussioni nel movimento sordo e assordante del pum pum come incudine e martello. E non di meno dalla efficace iterazione continua del motivo affinché lo stesso possa entrare nei ruvidi crani degli ascoltatori. Anche la danza, nella civiltà post umana è mutata. Non più abili e regolati passi, ma slancio delle braccia in alto con urletti
in simpatiche folle da stadio, nel giubilo a migliaia di soggetti identici. Il post umano si autodefinisce democratico, aborre le élites e le vere competenze nello specifico, ma pretende di poter esprimere il proprio illuminato parere su ogni cosa, in ogni campo e disciplina, dal calcio alla fisica teorica, dalla cucina alla poesia, dall’enogastronomia all’astrofisica e via dicendo. Nei rapporti umani predilige, rispetto al normale incontro fisico che ritiene banale e limitato, l’incontro virtuale via social e apre l’amicizia – anche in questo democraticissimo – non a quei sette o otto ben scelti e selezionati di un tempo, ma a decine, centinaia e forse più, egli tendendo a farsi aperto amico di tutti. Insomma, dimostriamo, sebbene magari non più giovani o diversamente giovani come chi qui scrive, di essere al passo coi tempi, di navigare giulivi anche noi nella nuova fulgida era del post umano.