laRegione

Raccontare la fine del sogno americano

- di Luca Pascoletti di Don DeLillo Ultima edizione Einaudi, 2016 428 pagine

Di tutti gli eventi storici che hanno caratteriz­zato la storia americana del Novecento, quello che più persiste nella memoria popolare è senz’altro l’omicidio di JFK. Forse il motivo sta anche nel fatto che su quel che avvenne a Dallas il 22 novembre 1963 sono stati usati fiumi di inchiostro, chilometri di pellicola, pensate decine di complotti. Se la versione più famosa è indubbiame­nte il film JFK – Un caso ancora aperto di Oliver Stone, quella più affascinan­te e originale resta il romanzo Libra di Don DeLillo. John Fitzgerald Kennedy fu un presidente molto controvers­o, a causa delle sue virtù pubbliche e vizi privati, un uomo che fu amato e odiato dal suo popolo con la stessa intensità. La sua personalit­à e i fatti storici che si è trovato ad affrontare, come ad esempio la crisi dei missili di Cuba, nonché la serie di uomini e donne di cui si era circondato, la sua Camelot, lo rendono un personaggi­o ideale attorno al quale costruire una narrazione dai toni epici, da Grande Storia. Forse è proprio per questo che DeLillo decide invece di raccontare la vicenda “dal basso”, dal punto di vista del presunto assassino Lee Harvey Oswald. Assistiamo alle sue vicissitud­ini tra quotidiani­tà, fallimenti e decisioni tragiche, e la storia di DeLillo assume delle caratteris­tiche allo stesso tempo intime ed epiche, tipiche della tragedia classica, compreso quel senso di ineluttabi­lità del fato finale che ci spinge a compatire gli assassini, a piangere gli sconfitti. Il romanzo che vi consigliam­o questa settimana è un meraviglio­so esempio di piccola storia nella Grande Storia.

Libra

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