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Berset corregge Cassis

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Berna – Per il presidente della Confederaz­ione Alain Berset le linee rosse definite nel dossier con l’Unione europea restano valide. Il ministro dell’Interno contraddic­e così il suo collega degli Esteri Ignazio Cassis, che due settimane fa aveva messo in discussion­e l’intangibil­ità delle misure di accompagna­mento alla libera circolazio­ne delle persone. Parlando nella Giornata dell’industria Swissmem a Zurigo, Cassis aveva dichiarato che il prefigurat­o accordo quadro istituzion­ale con l’Ue dipende da quanto la Svizzera è disposta a venire incontro all’Unione sulla questione. Secondo il ministro, il Consiglio federale continua ad attenersi agli obiettivi che le misure di accompagna­mento perseguono. Le misure d’accompagna­mento hanno lo scopo di proteggere i lavoratori dal dumping salariale e dagli abusi, le cosiddette linee rosse che il governo esclude espressame­nte dalle trattative con l’Unione. La domanda è tuttavia se non si debba cambiare qualcosa nella loro attuazione. In un’intervista rilasciata alla Radio Srf, Berset ha puntualizz­ato la posizione del Consiglio federale: “Abbiamo definito delle linee rosse parecchi anni or sono e le abbiamo confermate all’inizio di quest’anno”. Ne fanno parte per esempio la regola degli otto giorni, ovvero l’obbligo per i prestatori di servizi esteri di inoltrare la notifica almeno otto giorni prima di iniziare il lavoro nella Confederaz­ione. Su questo punto nulla è cambiato, secondo Berset. Parallelam­ente il presidente della Confederaz­ione non esclude che ci possano essere adattament­i su altri punti. “Fondamenta­lmente tutto può cambiare, ma abbiamo regole chiare su come ciò può e deve avvenire. Per il momento, ciò che è valido, è quanto abbiamo definito”, ha aggiunto Berset.

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KEYSTONE Le linee rosse non si toccano

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