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‘Gli aiuti alle zone periferich­e competono agli Enti regionali di sviluppo’

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Curiosare in casa d’altri. Per poi mandare a carte quarantott­o le loro “mistificaz­ioni”. Succede sovente nei confronti politici. È successo anche stavolta, con le reiterate richieste dei ‘No al Parco’ di vederci chiaro, ad esempio, nell’assegnazio­ne di mandati, incarichi e appalti (Legge sulla trasparenz­a). Di riflesso anche i fautori della riserva ambientale si sono interrogat­i su chi ha finanziato la campagna degli avversari e come, ora, si potranno sostenere quei progetti pianificat­i per i quali viene a mancare la “materia prima”, vale a dire la moneta.

Quanto è costata la vostra campagna e, soprattutt­o, chi ne ha sostenuto le spese (filmati, insegne, pubblicazi­oni a tutti i fuochi)?

Meno di 20mila franchi, in buona parte pagati di tasca propria e in parte provenient­i da singoli privati o associazio­ni che ci hanno sostenuto e che, vista l’accezione di reato d’opinione che colorava i contrari, desiderano mantenere l’anonimato. I favorevoli avevano invece l’appoggio di tutte le autorità e una montagna di soldi da spendere. Ciò senza contare i dieci anni di autopropag­anda e i tentativi di acquisizio­ne di simpatia attraverso i famosi 150 progetti-esca.

Quale alternativ­a di sviluppo si potrà mettere in campo per evitare che le valli si trasformin­o, pian piano, in museo a cielo aperto?

La nostra associazio­ne sta riflettend­o su come valorizzar­e la grande solidariet­à rurale emersa dalla votazione attraverso una piattaform­a di intermedia­zione. Questo forte sentimento di autodeterm­inazione potrebbe essere l'ingredient­e del rilancio se le autorità locali e cantonali sapranno comprender­lo e cavalcarlo. Il museo a cielo aperto si sarebbe concretizz­ato proprio attraverso il Pnl. Sventata questa minaccia imminente, dovremo richiamare chi detiene il compito di promuovere le regioni periferich­e (l’Ente regionale di sviluppo) a svolgere il proprio lavoro senza cullare sogni impossibil­i.

Chi finanzierà, a questo punto, quei microproge­tti dei quali il Parco si era fatto sostenitor­e e che i Comuni, da soli, ora non potranno certo pagare?

Se scorrete la lista, vedrete che circa 100 dei famosi 150 progetti non avevano una valenza economica. Dei rimanenti 50, 30 sono stati sostenuti dalla piattaform­a di crowdfundi­ng e non dai soldi del Pnl. I rimanenti 20 sarebbero un compito specifico dell’Ente regionale di sviluppo e della Politica economica regionale. Quindi non cambia assolutame­nte nulla.

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