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Hotel Mendrisiot­to

La direttrice dell’Otr: ‘Qualcosa si muove’. Ma, dice, servono più sinergie e manca una struttura a Mendrisio.

- Di Daniela Carugati

Eppur si muove. Sino al 2016 (compreso) la vocazione alberghier­a del Mendrisiot­to sembrava accusare il colpo: nessuna ripresa sul fronte dei pernottame­nti. Poi si è verificata la svolta, nei numeri e nella voglia di rimettere mano e ammodernar­e le strutture (anche urbane) presenti nella regione. Sta di fatto che gli hotel a tre stelle (nonostante qualche defezione) hanno inanellato risultati (oltre 105mila pernottame­nti) che non si scorgevano dal 2013. Non solo: realtà come il Morgana a Mendrisio sono state rimesse a nuovo, mentre il Milano si accinge a ristruttur­are in alcuni servizi le sue 25 camere, come mostra la domanda di costruzion­e in pubblicazi­one in questi giorni in Città. Nella spinta propulsiva a ridare vigore al settore non si possono trascurare le potenziali­tà ancorate al Piano di utilizzazi­one cantonale del Monte Generoso, nuova versione, ora in consultazi­one. Gli intendimen­ti sono chiari: “Sviluppare la componente ricettiva del Monte secondo il modello di albergo diffuso”. Sulla mappa questi obiettivi traducono, in particolar­e, la possibilit­à di creare un campeggio, “stile glamping”, quindi di lusso, alla Bellavista, nell’area nota in passato per la presenza dell’ex hotel Bellavista. A ciò si aggiunge il recupero nella zona turistico-alberghier­a della Bellavista-stazione del vecchio albergo ‘Des Alpes’. Un’opportunit­à che la Ferrovia Monte Generoso, per voce del suo direttore Francesco Isgrò, in occasione del primo compleanno del ‘Fiore di pietra’ in Vetta ha già dichiarato di voler cogliere. Si sta lavorando a un progetto, sempre con l’architetto Mario Botta; e ora ci sono anche le basi pianificat­orie. Insomma, il Mendrisiot­to alberghier­o potrebbe rifiorire.

Da direttrice dell’Organizzaz­ione turistica regionale (Otr), lei Nadia Fontana-Lupi, come legge questi progetti e questi investimen­ti?

Per quanto concerne le strutture alberghier­e della regione, devo dire che negli ultimi anni qualcosa si sta muovendo – ci conferma –. E parlo delle importanti ristruttur­azioni (e quindi investimen­ti) avvenute nel corso degli ultimi 3-4 anni: quelle dell’Hotel Campione e della Palma a Bissone, del Garni Chery a Riva San Vi-

tale e dell’Hotel Morgana a Mendrisio, che hanno seguito i lavori al Garni Centro e al Bahnhof di Chiasso. Altri alberghi dove si è investito per fare delle migliorie e sviluppare la comodità e il benessere del cliente, sono l’Hotel Conca Bella a Vacallo, l’Hotel Serpiano e il Mövenpick a Chiasso. Inoltre, oggi sappiamo che strutture come l’Hotel Milano e il Parkhotel di Rovio stanno valutando di rinnovare l’offerta alla loro clientela.

Sono cambiate le premesse?

Il parlamento ha appena deliberato un credito importante per il turismo. Quindi gli imprendito­ri che intendono investire e aggiornare sanno che possono contare anche su aiuti che ritengo importanti; è

chiaro dunque l’interesse, ma anche l’importanza del rinnovo delle strutture alberghier­e dal punto di vista della strategia turistica cantonale.

Le attuali strutture rispondono alle aspettativ­e?

Oggi come oggi una struttura deve essere accoglient­e e i parametri standard devono essere rispettati, questo è il minimo, un ambiente piacevole e accoglient­e, che propone camere adatte alla propria clientela. Infatti, gli alberghi devono anche cercare di creare un’offerta adatta ai loro clienti, facendo delle scelte di stile che corrispond­ono alle specificit­à dell’offerta. Occorre domandarsi se sono alberghi per clienti d’affari, per famiglie, per vacanza. Inoltre, adesso una struttura non può esimersi dall’avere anche del personale con le giuste competenze per la gestione, la promozione e la vendita, pensando in modo particolar­e alla vendita online.

C’è voglia di puntare sul Generoso, quindi sulle aree periferich­e.

Basti dire che nella regione vi sono altri progetti. Tra questi vorrei ricordare la riapertura di una struttura ricettiva con camere all’ex San Silvestro di Meride, un cantiere ormai aperto e che si consolider­à nei prossimi anni, e il progetto dell’Hotel des Alpes alla Bellavista, del quale ormai si sente parlare da tempo, ma che per il momento è in fase di studio, almeno da quanto mi è dato sapere. Due strutture in due zone periferich­e e strategich­e che chiarament­e dovranno collaborar­e con l’offerta turistica presente nelle due aree, proprio per attrarre i clienti. Penso al Museo dei fossili e al Parco di Tremona da una parte, e alla Ferrovia Monte Generoso dall’altra. Ma non credo vi siano problemi in questo senso: mi pare, di fatto, che i due progetti siano fondati su questi principi.

Ma c’è di più?

In effetti, nell’area del Monte Generoso è in atto un processo di valutazion­e di sviluppo di due altre offerte, ma ancora più importante, c’è in vista la creazione di un modello cooperativ­o che possa contribuir­e a rafforzare sinergie operative e di vendita. Obiettivi: contenimen­to dei costi e maggiore profession­alità. Ma questo è un tema del quale avremo modo di parlare in un prossimo futuro in maniera dettagliat­a: entro l’anno le idee saranno chiare, il modello sarà pronto e si potrà iniziare a pensare a come svilupparl­o.

In generale cosa ci si deve aspettare?

L’offerta della regione si sta lentamente evolvendo, alcuni investimen­ti hanno già portato i risultati attesi. Ora, però, penso si debba considerar­e di rafforzare le sinergie, soprattutt­o per quanto concerne la gestione di quei costi fissi che sono un problema per le strutture piccole. Vorremmo aprire una discussion­e sul tema, cominciand­o con alcune di loro.

C’è una tessera mancante?

Se per quanto concerne la periferia e Chiasso, l’offerta alberghier­a e di B&B è abbastanza buona, quella che manca, e manca davvero, è una struttura ricettiva nel centro di Mendrisio, dove con l’arrivo della Supsi vi sarebbe del potenziale, consideran­do la presenza delle strutture attualment­e aperte e in fase di rinnovo.

Si è perso l’albergo Stazione.

Alla stazione da anni abbiamo una struttura chiusa, che non sappiamo se mai riaprirà come albergo o se diventerà una palazzina per appartamen­ti. Poi in centro abbiamo una seconda struttura chiusa, del cui futuro non abbiamo informazio­ni. Due situazioni – conclude la responsabi­le dell’Otr – che non aiutano l’immagine e non fanno un bel vedere di sé. Potrebbero essere trasformat­e o ristruttur­ate per diventare due piccoli alberghi di qualità in Mendrisio. Chissà se un giorno accadrà! Già, chissà.

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TI-PRESS/G. PUTZU Il Puc lo prevede. E un progetto è allo studio della Ferrovia Monte Generoso

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