‘La chiave saranno i duelli’
L’attaccante svedese del Lugano Alexander Gerndt lancia l’ottavo di finale tra la sua nazionale e la Svizzera
Da più di cinque anni, Alexander Gerndt, gioca in Svizzera. Il quasi 32enne (14 luglio) attaccante svedese è arrivato nel nostro Paese nel 2013 per giocare nello Young Boys, proveniente dalla squadra olandese dell’Utrecht. Quattro campionati e mezzo disputati con gli attuali campioni svizzeri, totalizzando 98 presenze e segnando 26 reti. Da un anno è approdato al Lugano, vive con la sua famiglia (moglie e due bambini rispettivamente di quattro e un anno e mezzo) a Montagnola ed è anche un bravissimo giocatore di golf. Alla domanda chi vincerà domani tra la sua nazionale e quella Svizzera, risponde scherzosamente: «Facile vittoria per noi…», ma poi, dopo una sonora risata, precisa «stavo scherzando, ci mancherebbe. È molto eccitante pensare a questa partita. Penso che tutte e due le squadre possano essere contente dell’avversario che si ritrovano di fronte, considerando che si trovano negli ottavi di finale di un Campionato del mondo. Poteva andare molto peggio per ambedue. Non sarà una partita facile, per nessuno. Sarà sicuramente una battaglia all’ultimo respiro. La chiave del successo dipenderà molto dai duelli vinti». Sicuramente avrà avuto la possibilità di seguire con trepidazione le partite della sua nazionale, seppur dalla televisione... «Sì, le ho seguite tutte – conferma il nativo di Visby, la più grande città dell’isola di Gotland –. I miei connazionali mi sono piaciuti molto, soprattutto nella fase difensiva. Peccato per la sconfitta con la Germania dopo un calcio di punizione a pochi secondi dal termine della gara, ma poi è arrivata la bellissima vittoria sul Messico, che ha portato anche la prima posizione nel gruppo. Direi un ottimo risultato, ma adesso viene la sfida con la Svizzera. Finora sono contento di quanto ha mostrato la Svezia… e spero che rimanga così…». Ma cosa pensa l’attaccante bianconero dei rossocrociati? «Direi che delle tre partite, mi è piaciuta maggiormente quella con il grande Brasile, ma non nascondo che in generale, nonostante il
secondo posto dietro appunto a una squadra importante come i verdeoro sia un ottimo risultato, mi aspettavo qualcosa in più dall’undici di Petkovic». Pensando ai giocatori della rosa elvetica che Gerndt ha conosciuto in prima persona, viene subito in mente il giovane centrocampista Zakaria, che ha giocato con lui nell’Yb... «Chiaro che mi ricordo di lui. Un giocatore eccezionale. Ho sempre in mente che quando arrivò a fare il suo primo allenamento, non mi fece una grande impressione. Ma sei mesi dopo era tra i migliori, ha fatto dei progressi incredibili».
Degli attuali nazionali svedesi, quali giocatori conosce? «Ne conosco alcuni, ma in modo superficiale. Abbiamo lo stesso procuratore, ma tra di noi non c’è una vera amicizia».
‘Vinciamo facile… Scherzo, sarà battaglia. Bello giocare in nazionale, ma non guardo al passato’.
Sono state dieci le occasioni in cui Gerndt ha indossato la maglia della nazionale delle Tre Corone (segnando anche due reti). Nostalgia? «Direi di no, anche se ho ancora dei bellissimi ricordi.
Ho pure giocato una partita valida per le qualificazioni agli Europei del 2012 e due per quelle dei Mondiali 2014. Per ogni giocatore di calcio, la massima aspirazione è quella di giocare per la propria nazionale, io ci sono riuscito. Ma non penso mai troppo al passato, mi concentro su quello che succede adesso e al prossimo futuro. Ripeto, ho giocato le mie partite, sono contentissimo, ma faccio il tifo per loro come ogni normale tifoso. Non ho rimpianti». Un Mondiale con molte sorprese: con Germania, Argentina, Portogallo e Spagna fuori dai giochi, come lo stai vivendo? «Mi diverte e nello stesso tempo mi ha molto
sorpreso, perché è, fino a oggi, per certi versi un torneo anomalo. Mi spiace per l’Argentina, che però non è stata all’altezza della situazione. Soprattutto per Messi, che è il mio giocatore preferito. Se devo fare il nome di una nazionale che mi ha impressionato, è sicuramente la Croazia». L’ultima domanda è in chiave Lugano. Nell’amichevole di sabato con il Chiasso (vinta 4-0 dai bianconeri) non hai giocato, come mai? «Niente di grave, un piccolo indurimento muscolare dovuto a un carico eccessivo. Oggi posso nuovamente allenarmi e mercoledì a Buochs, contro il Lucerna, spero di essere in campo».