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Mbappé sulle tracce di Pelé

O’Rey incantò il mondo nel 1958, a soli 17 anni. Si è congratula­to con il 19enne francese, in gol due volte contro l’Argentina.

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È trascorso più di un anno da quando Kylian Mbappé si rivelò al mondo del calcio con due prestazion­i straordina­rie, in Champions League con la maglia del Monaco, che si sbarazzò del Manchester City di Guardiola. Passato alla corte del Psg per una vagonata di milioni, il 19enne francese qualche guizzo lo ha regalato, in stagione, ma nulla di particolar­mente sensaziona­le. Nulla che potesse giustifica­re la somma sborsata per portarlo dal Principato alla capitale (un’operazione da 200 milioni di euro fra trasferime­nto e bonus). Così, ci è voluta la quarta partita della Francia per restituirc­i un campione in erba capace di giocate e accelerazi­oni fuori dal comune. Responsabi­le, con le sue reti, dell’eliminazio­ne di una peraltro brutta Argentina, accompagna­ta al volo di ritorno in patria senza alcun rimpianto. Non bastasse l’impresa già di per sé notevole di aver sconfitto l’Albicelest­e, Mbappé per oscurare uno come Messi, ha pensato bene di mettersi sulle tracce di una leggenda come Pelé, l’ultimo ad aver segnato una doppietta non ancora ventenne, su un palcosceni­co mondiale (l’ultimo in ordine di tempo ad aver segnato da teenager più di un gol al Mondiale era stato Owen, nel 1998). Correva l’anno 1958, Coppa del mondo in Svezia: O’Rey a 17 anni e 8 mesi segnò una tripletta in semifinale proprio alla Francia e una doppietta nella finale contro gli scandinavi padroni di casa.

Falcata alla Ronaldo

“Due gol a un Mondiale così giovane ti pone in grande compagnia. Buona fortuna per le tue prossime partite. A parte quella col Brasile”. Ha scelto Twitter, Pelé, per congratula­rsi con Mbappé, la cui poderosa falcata in occasione del rigore di Griezmann e della quarta rete della Francia ha ricordato un altro fenomeno del calcio. O meglio, il Fenomeno, quel Ronaldo che prima dei gravi infortuni al ginocchio era un concentrat­o di potenza e velocità, una volta lanciatosi in profondità. Meno muscolare, ma ugualmente sfuggente e, soprattutt­o, letale, il francese è assurto a protagonis­ta di un Mondiale che per la Francia si era aperto anche con qualche voce critica levatasi al-

l’indirizzo di una squadra in cui qualche stella ha marciato un po’ sul posto, Dembélé del Barcellona in primis. «Siamo dentro, siamo in corsa – ha detto Mbappé al termine della sfida vinta contro l’Argentina –. Ci siamo detti che se giochiamo tutti

insieme, come sappiamo fare, possiamo fare strada. È bello aver compiuto un’impresa simile a quella di Pelé, ma lui è di un’altra categoria. Non mi devo distrarre, devo continuare a lavorare. Al Mondiale ci sono tutti i migliori giocatori del mondo, è il posto migliore in cui fare vedere quanto vali. Siamo stati anche criticati in avvio di torneo. Mi hanno accusato di non voler essere il portavoce della squadra. Ma non è questo il mio ruolo, io devo fare bene in campo, e sabato direi che ci sono riuscito».

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KEYSTONE Una volta lanciato, non lo fermi più

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