laRegione

Quando la riconoscen­za è fuori luogo

- Di Sebastiano Storelli

Esiste una spiegazion­e logica dietro la maledizion­e che per la terza volta consecutiv­a ha mandato a casa ancor prima degli ottavi di finale la Nazionale campione del mondo in carica? I fattori che hanno contribuit­o alla débâcle dell’Italia nel 2010, della Spagna nel 2014 e della Germania nel 2018 sono indubbiame­nte numerosi, ma uno spicca inesorabil­e agli occhi di tutti: le squadre eliminate erano la fotocopia di quelle che quattro anni prima avevano toccato il cielo con un dito. E allora, sul banco degli imputati non ci finiscono i giocatori, ma piuttosto i commissari tecnici, incapaci di staccare il cordone ombelicale con quegli elementi grazie ai quali avevano conquistat­o il trono del mondo. Difficilme­nte una Coppa può essere vinta da una squadra di ventenni, la componente esperienza è determinan­te. È dunque facile supporre che quella in grado di aggiudicar­si un Mondiale sia una squadra all’apice delle sue potenziali­tà. Potenziali­tà che quattro anni più tardi possono non più essere le stesse. Anzi, il pericolo è quello di presentars­i sul palcosceni­co più importante con una rosa bollita in molti suoi petali o, ben che vada, priva della necessaria fame. Eppure, sia Lippi, sia Del Bosque, sia Löw si sono affidati alla stessa ossatura di quattro anni prima, nonostante diversi elementi fossero in chiara perdita di velocità. L’esempio più recente di riconoscen­za fuori luogo l’ha fornito Joachim Löw, concedendo la maglia da titolare a Neuer, costretto a saltare praticamen­te l’intera stagione per un infortunio a un piede e rientrato poche settimane prima del Mondiale, a fronte della presenza di un Ter Stegen considerat­o attualment­e tra i migliori al mondo e reduce da un’ottima annata con il Barcellona. E che dire dell’insistenza con la quale si è voluto puntare su Thomas Müller, da almeno tre stagioni in grande difficoltà al Bayern Monaco? Ed è strano che ad attaccarsi a simili “sentimenta­lismi” siano stati tre tecnici di grande spessore, abituati anche nei club (Del Bosque e Lippi) a scelte spesso difficili e impopolari, ma che non sono stati in grado di replicare una volta chiamati in Nazionale.

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