Chi piangerà tra Neymar e il Chicharito?
Neymar o Javier Hernandez? Chi dei due piangerà di gioia e chi si dispererà per dover ritornare a casa? Sia O’Ney (dopo la vittoria in extremis con la Costa Rica), sia il Chicharito (dopo il successo sulla Germania) erano scoppiati in un pianto liberatorio che aveva fatto scorrere fiumi di inchiostro. Due personalità chiaramente sensibili, ma indispensabili all’interno dei rispettivi spogliatoi. Il brasiliano è l’uomo in più della Seleção e dopo una prima parte di Mondiale a tinte chiaroscure è chiamato a prendere in mano la Nazionale nella decisiva fase a eliminazione diretta. Ma il compagno di squadra Casemiro cerca di togliere pressioni dalle spalle del numero 10... «È inevitabile affermare che Neymar sia la grande figura del Brasile, ma abbiamo altri grandi giocatori, una difesa molto solida, un grande portiere. In passato c’erano stati Pelé, Romario o Ronaldo, ma sempre supportati da ottime squadre. Il calcio si gioca in 11 o 14 giocatori, non è competenza di un uomo solo». Sull’altro fronte, Hernandez non possiede le qualità di Neymar, ma il peso dell’attacco messicano resta comunque in buona parte sulle sue spalle. Lo certifica Jared Borgetti, goleador storico del Tricolor... «Possiede la capacità di leggere dove andrà a finire il pallone. Può entrare dieci minuti e crearsi due occasioni». Rispetto al rivale brasiliano, Chicharito è più rapinatore d’area di rigore, tanto che il suo attuale tecnico, Juan Carlos Osorio, lo ha definito «uno dei migliori rifinitori del mondo».