Protesta ‘italiana’ dei dipendenti Ovs
Decine di collaboratrici svizzere erano ieri a Venezia-Mestre. Davanti alla sede centrale del gruppo, hanno rivendicato un piano sociale dopo il licenziamento di massa.
Protesta di dipendenti svizzere di Ovs presso la sede centrale del gruppo di abbigliamento italiano a Venezia-Mestre: una cinquantina di venditrici – riferisce un comunicato di Unia – ha manifestato contro l’atteggiamento definito “irresponsabile” dell’amministratore delegato Stefano Beraldo. A fine giugno, solo pochi mesi dopo la sua apparizione sul mercato svizzero, Ovs ha licenziato i suoi 1’180 collaboratori: si tratta del licenziamento collettivo più grave della storia del commercio al dettaglio in Svizzera, si legge nella nota di Unia. Secondo il sindacato questo “fallimento su tutta la linea”, “è dovuto in larga misura all’incompetenza e agli errori strategici” di Beraldo, che in uno striscione portato dai manifestanti viene paragonato a Francesco Schettino, il comandante della Costa Concordia che abbandonò la nave poco prima del naufragio avvenuto nel gennaio 2012 di fronte all’Isola del Giglio. Dal rilevamento di Charles Vögele da parte di Ovs, lo scorso dicembre, sono emersi numerosi problemi: accumulo di ore supplementari, casi di burnout, direttive e comunicazione poco chiare, nonché problemi di organizzazione che suggeriscono gravi manchevolezze nella gestione, sostiene Unia. Secondo l’organizzazione, la società Sempione Fashion, casa madre svizzera di Ovs, si è sempre opposta al dialogo. Unia denuncia mancanza di rispetto nei confronti del personale. Le dipendenti esigono un piano sociale per le impiegate e gli impiegati delle filiali svizzere che prenda come riferimento quanto accordato al personale Ovs in Austria. Le venditrici rivendicano in particolare il versamento di indennità di partenza in funzione dell’anzianità di servizio, dell’età e della situazione familiare, nonché un sostegno nella ricerca di un nuovo impiego.