Appuntamento con la storia
Petkovic e Xhaka fiduciosi in vista del match con la Svezia. ‘Ma non voglio parlare di storia, è solo una partita’.
Oggi a San Pietroburgo la Nazionale si gioca contro la Svezia il passaggio ai quarti di finale (che mancano dal 1954) del Mondiale. Il parere dell’editorialista della ‘Gazzetta’ Alberto Cerruti.
La storia. È “semplicemente” questo che attende la Svizzera oggi a San Pietroburgo in una partita che potrebbe in effetti portare, al quarto tentativo (vedi correlato), la selezione rossocrociata nuovamente a un quarto di finale di un Mondiale, come non accade da ormai 64 anni. «Arrivare a questo punto della competizione è un grande risultato, ma chi mi conosce sa che non sono uno da grandi dichiarazioni, per cui non voglio tirare in ballo la storia per questa partita – afferma cercando di tenere un basso profilo e quindi di non mettere ulteriore pressione sui suoi giocatori in vista dell’ottavo di finale con la Svezia Vladimir Petkovic –. Ai miei occhi si tratta semplicemente di un match che dobbiamo vincere per proseguire la nostra avventura, al quale certamente arriviamo affamati, almeno quanto i nostri tifosi che hanno intrapreso la trasferta in Russia per sostenerci». A chi gli fa notare che la Svizzera si trova nella parte di tabellone più favorevole (Russia e Croazia le compagini già qualificate per i quarti, nell’altra metà ci sono invece Francia, Uruguay, Brasile e Belgio), il selezionatore rossocrociato scaldandosi risponde: «Non accetto che si parli di squilibrio delle forze leggendo questo tabellone. Avete visto le nostre partite? Avete seguito il percorso della Svezia che ha eliminato l’Italia nello spareggio e preceduto la Germania nel girone? Ma non mi disturba che si parli in questi termini della Svizzera, vedrete, potrà sorprendere». Quanto alle sue scelte di formazione, l’ex tecnico dell’Acb ha confermato unicamente che al posto dello squalificato Schär giocherà Djourou, ma non ci sono praticamente dubbi anche sulla presenza di Lang per l’altro assente, Lichtsteiner, e di Zuber sulla fascia sinistra. Sarebbe invece ancora aperto il ballottaggio tra Seferovic e Gavranovic per il posto di prima punta, con Drmic che dovrà accontentarsi di partire dalla panchina e magari essere ancora decisivo, come contro la Costa Rica, a partita in corso. Quel che è certo è che l’allenatore bosniaco di origini croate (naturalizzato svizzero) dai suoi si aspetta un inizio di match migliore di quanto fatto nelle sfide del girone E... «Non tutto era da buttare, ma è vero che spesso ci siamo messi in difficoltà da soli. Con la Svezia, dovremo essere subito concentrati ed evitare di essere obbligati a reagire».
‘Calcerei un rigore’
Se Petkovic è «fiducioso» per la partita di oggi, Granit Xhaka assicura che la squadra «è pronta». Quanto alle provocazioni dello svedese Mikael Lustig – il quale ha detto che è facile provocare Xhaka e spingerlo a commettere l’irreparabile per poter giocare in superiorità numerica –, il centrocampista dell’Arsenal ha usato la diplomazia... «Ho accumulato molta esperienza nella mia carriera e non mi divertirò a giocare a questo gioco
con Lustig alla vigilia di questa partita. Dico semplicemente che spero di rimanere in campo il più a lungo possibile». Magari addirittura fino ai calci di rigore, che inevitabilmente gli farebbero tornare alla mente quelli di due anni fa all’Europeo
francese, quando nell’ottavo di finale perso contro la Polonia a St. Etienne era stato l’unico dei dieci tiratori a mancare il bersaglio... «Vi rassicuro: quel ricordo non mi impedisce di dormire la notte. Anche se spero che saremo qualificati dopo 90 minuti, o
alla peggio 120, sarei pronto a calciare un rigore se ci dovessimo nuovamente giocare la qualificazione dal dischetto. Certo, per farlo l’allenatore dovrebbe scegliermi». La risposta di Petkovic? Un sorriso sotto i baffi che non ha...