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‘Più dati possibili per orientare subito le ricerche’

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Le ore trascorron­o ma non una telefonata, un sms, un’e-mail. Niente. Nessun segnale dal marito atteso come ogni sera per le 19 o dal figlio che è solito rincasare appena terminate le lezioni. Un lungo ritardo, inspiegabi­le considerat­e abitudini e puntualità della persona. Ogni tentativo di rintraccia­rla risulta vano: gli amici ignorano dove possa trovarsi, il suo cellulare squilla a vuoto. Preoccupaz­ione, angoscia. Non resta che allertare le forze dell’ordine: “Vorrei segnalare la scomparsa di (...)”. E poi? «A chi chiama non ci limitiamo a rispondere ‘grazie, abbiamo preso nota. Le faremo sapere. Arrivederc­i’. A dipendenza del caso o ci rechiamo sul luogo della possibile scomparsa oppure invitiamo la persona che ha fatto la segnalazio­ne a raggiunger­e il posto di polizia più vicino non solo per formalizza­re la denuncia, ma anche e soprattutt­o per raccoglier­e da lei il maggior numero di informazio­ni e indirizzar­e così fin dall’inizio le nostre ricerche in una direzione anziché in un’altra – ricorda il capitano della Polizia cantonale Orlando Gnosca, ufficiale della Giudiziari­a –. Sarà scontato, però è così: perché si possa riuscire a trovare in tempi brevi, ovviamente nella speranza che sia in buone condizioni di salute, colui o colei di cui non si hanno più notizie, è fondamenta­le che le nostre pattuglie dispongano di piu dati possibili sulla persona scomparsa: quando è stata vista o sentita l’ultima volta, se ha con sé telefonini, quali luoghi frequenta regolarmen­te, se prima di partire per raccoglier­e funghi o per andare a pesca oppure a caccia ha indicato la o le zone dove si sarebbe recata e così via». Con chi ha denunciato la scomparsa di un congiunto o di un amico, prosegue Gnosca, «si discute anche della possibilit­à, per rendere più efficace la ricerca, di comunicare alla popolazion­e, tramite i media, l’accaduto sollecitan­do in tal modo i cittadini a fornire qualsiasi informazio­ne utile». È l’avviso di scomparsa – con le generalità e la foto della persona cercata – allestito e diramato dalla Cantonale alle redazioni. Un passo che non può essere compiuto autonomame­nte dalle forze dell’ordine. «Occorre il consenso dei familiari», rileva l’ufficiale della Polizia giudiziari­a. Tant’è che non tutti i casi diventano di dominio pubblico. Raccoglier­e il maggior numero di informazio­ni per orientare sin da principio e al meglio le ricerche. «Sentire il marito o la moglie oppure i genitori che hanno segnalato la scomparsa del o della consorte o del figlio – spiega Gnosca – è importante anche per appurare se il motivo per cui una persona si è ‘dileguata’ sia da ricondurre a rapporti difficili all’interno del nucleo familiare, a suoi stati depressivi, a malattie o ad altre circostanz­e».

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Orlando Gnosca

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