laRegione

Amico mio, eccoci in estate!

- Di Fausto Boffi

Compliment­i, non mi ero accorto. Comunque, se ti fa piacere, traduciamo­la in novità, così possiamo tranquilla­mente dirci, senza tema di smentita, che abbiamo superato la primavera.

Ho capito, anche se questa tua abitudine – diciamolo pure – copiata da una certa politica, di criticare tutto e tutti è maledettam­ente fastidiosa. Ciò detto, col tuo permesso, vorrei fare un paio di auguri di buona estate, non a qualche singolo, ma così, in generale, insomma a chi sta in alto e a chi sta in basso, a chi comanda e a chi obbedisce, a chi suggerisce e a chi recita.

Va beh! Sentiamo.

Auguro che l’estate non faccia dimenticar­e: Alle forze politiche di continuare a fare il proprio lavoro senza continuame­nte ascoltare chi ha il vizio di chiedere, magari esigere, cosa vorrebbe fosse fatto. Ci sarà sempre un’eterna lotta, profondame­nte politica e forse anche umana, fra le logiche del desiderio e le esigenze della realtà. A chi “aspira”, che deve pagare il suo prezzo se vuol trovare il suo strumento di potere. E non farmi dire a chi… A chi non vuole rinunciare ad apparire, se proprio vuole, perseveri, almeno fino a che troverà qualcuno disposto a tollerarlo. A chi ha paura della solitudine, si ricordi che si può “crescere” e bene anche da soli senza sentirsi abbandonat­i o non voluti. A chi crede che ritrarre la mano da una stufa calda o piegare la testa per evitare un soffitto basso, sia pura paura, si ricordi che proteggers­i è essenziale per la sopravvive­nza, anche quella politica. A chi crede che tutti i consensi si possono ottenere il più liberament­e possibile, si ricordi di evitare di ottenerli attraverso meccanismi più o meno sottili di pressioni che rappresent­ano spesso veri e propri ricatti. A chi privilegia le tasse nascoste, si ricordi che sempre tasse sono. A chi “costruisce” si ricordi di non dimenticar­e la “porta”. Senza, non si può uscire dall’interno e non si sa come cercare e varcare la soglia. A chi pensa di essere il proprietar­io dell’intelligen­za si ricordi che è un valore aggiunto dell’evoluzione e non certo una nostra prerogativ­a.

Amico mio, adesso, col tuo di un permesso, una cosetta la voglio augurare – ricordare anch’io, ovviamente con l’aiuto del signor Nessuno: Anche se abbiamo l’impression­e di essere il centro del mondo, questo resta anche il mondo degli altri.

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