I rigori con l’Ucraina, il palo di Dzemaili
È ora di invertire la tendenza: sono infatti tre gli ottavi di finale disputati dalla Svizzera in una Coppa del mondo, a partire da Usa ’94. Ebbene, ne sono scaturite tre sconfitte senza alcun gol all’attivo. Tre eliminazioni con un filo rosso, le decisioni discutibili dei commissari tecnici. Negli Stati Uniti la Nazionale venne sconfitta 3-0 dalla Spagna. Giocò senza il suo miglior giocatore, Alain Sutter, vittima di una frattura all’alluce. Roy Hodgson commise l’errore di non risparmiarlo sei giorni prima, nel terzo impegno del girone, contro la Colombia (0-2). Nel 2006 in Germania l’eliminazione fu ancora più bruciante, perché maturata contro la debole Ucraina. La Svizzera di Köbi Kuhn chiuse il girone al primo posto (con Francia, Togo e Corea) e pescò Shevchenko e soci. A 3’ dai calci di rigore, il tecnico rossocrociato sostituì Alex Frei, bomber e rigorista principe, tra lo sbigottimento generale. Nessuno dello staff osò fare presente al ct l’errore. La Svizzera passò alla storia come la prima Nazionale a uscire di scena ai rigori senza realizzarne nemmeno uno (fallirono Marco Streller, Tranquillo Barnetta e Ricardo Cabanas). Otto anni più tardi, in Brasile, la ‘Nati’ si avvicina ancora una volta ai rigori, ma soccombe alla malasorte che fa sbattere il pallone addosso a Dzemaili e poi sul palo, sui titoli di coda dei supplementari di una sfida che avrebbe potuto diventare epica, decisa dal gol al 118’ di Di Maria dopo un errore di Lichtsteiner a centrocampo. Allora, a fare discutere, fu la mancata convocazione di Pajtim Kasami da parte di Ottmar Hitzfeld, alle prese con una squadra che mancava di forza di penetrazione. Ieri come oggi.