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Poco possesso, ma tanta concretezz­a

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Un asse centrale costituito dai due difensori centrali e dai due mediani, un gioco che trascura le ali e il possesso palla ma è diretto e verticale, una buona efficacia sottoporta, il solito notevole impatto fisico sulla partita che porta a molti duelli aerei vinti: ecco la Svezia, dalla quale è bene non attendersi alcuna concession­e. Un gruppo compatto, che non si fa scrupoli a liberarsi del pallone, quando necessario. In tre partite, la Svezia ha avuto un possesso palla del 38%, contro il 55% della Svizzera. Janne Andersson ha allestito una squadra che ha un solo obiettivo, fare muro e impedire all’avversario di fare breccia. È sul fianco destro, dove agisce Viktor Claesson, che la Svezia si mostra più intraprend­ente. Il centrocamp­ista del Krasnodar è il giocatore da lanciare in profondità, mentre il suo omologo sulla corsia sinistra, Emil Forsberg, agisce piuttosto come metronomo, con compiti di costruzion­e. Prima di giungere in attacco, il pallone passa dai piedi dei due mastini del centrocamp­o, Albin Ekdal e Sebastian Larsson. Quest’ultimo sarà però squalifica­to. Una bella gatta da pelare, visto che il centrocamp­ista dell’Hull City è stato lo svedese con il maggior numero di palloni giocati. Con la Svezia sempre molto abbottonat­a, ai laterali difensivi vengono affidate mansioni prettament­e difensive, anche se a sinistra Ludwig Augustinss­on qualche scorriband­a la piazza, innescato da Ekdal o da Forsberg. L’attitudine della Nazionale delle Tre Corone resta però rinunciata­ria, lo dicono anche le statistich­e: poco più di 62’ con la palla al piede (solo Islanda e Iran hanno fatto peggio), contro i 98’ della Svizzera (9ª nella speciale classifica del possesso palla); 842 passaggi (di cui 660 riusciti), contro i 1’579 dei rossocroci­ati (di cui 1’354 andati a buon fine). Occhio però a non ridurre la Svezia alla stregua di una squadra di fabbri incapaci di creare pericoli. Gli scandinavi hanno tirato in porta tanto quanto gli elvetici, rivelandos­i più precisi e più efficaci. Non hanno realizzato alcun gol di testa (due reti su azione e due rigori), e complessiv­amente si sono dimostrati leggerment­e meno pericolosi della selezione di Petkovic.

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KEYSTONE Uniti e insidiosi

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