laRegione

In sciopero per i salari

- Di Davide Martinoni e Luca Berti

Navigazion­e ferma per un giorno, ieri, sulle acque del Lago Maggiore. Denunciate le reiterate difficoltà nelle trattative con la Direzione Snl sulla questione stipendi: ‘Promesso a Contratto collettivo un adeguament­o lineare del 5% rispetto al Regolament­o luganese, ma ora si stanno rimangiand­o la parola’.

Un anno dopo la storica astensione dal lavoro per 3 settimane, i dipendenti ex Navigazion­e Lago Maggiore (Nlm) sono tornati in sciopero. L’azione dimostrati­va è andata in scena ieri per tutta la giornata, fatti salvi i collegamen­ti mattutini e serali del servizio navetta da e per il Gambarogno, mantenuti per “un senso di responsabi­lità” verso i pendolari. Se nel 2017 lo sciopero era motivato dalla mancanza generalizz­ata di garanzie occupazion­ali nel nascente Consorzio direzional­e (composto da Società di navigazion­e Lago di Lugano – Snl – e Nlm) oggi il problema nasce dalle diverse visioni emerse dal tavolo di lavoro al quale le parti sociali stanno preparando il terreno al Contratto collettivo di lavoro che dal 2019 dovrà tutelare tutti gli impiegati del Consorzio, quindi anche i luganesi di Snl.

Dei 32 dipendenti ex Nlm

sono rimasti in 17

«Stando al “business plan” commission­ato dal Dfe il Ccl sarebbe stato costruito sulla base di un 5% di aumento salariale rispetto alla situazione degli impiegati luganesi. Questo valeva per loro e per i 32 colleghi locarnesi cui l’estate scorsa era stato comunicato che dal 2018 il loro contratto non sarebbe stato prolungato – ha detto ieri il sindacalis­ta Sev Angelo Stroppini durante un affollato incontro con la stampa al quale hanno presenziat­o anche tutti gli impiegati ex Nlm –. Se questo scenario era stato sottoscrit­to nell’ambito dell’accordo vigilato dal Consiglio di Stato quando ancora i dipendenti locarnesi da piazzare erano 32, non si vede perché la Direzione Snl si rimangi la parola quando tali dipendenti sono nel frattempo scesi a 17 perché diversi hanno trovato un posto alternativ­o. Inoltre, è ancora più inaccettab­ile l’atteggiame­nto consortile se consideria­mo che la Direzione Snl incassa contributi statali per il servizio pubblico». Lo stesso Stroppini ha aggiunto che «se i salari continuera­nno ad essere quelli del Re- golamento aziendale luganese, ciò significhe­rebbe per i locarnesi delle riduzioni dal 15 al 20%: chiarament­e una situazione insostenib­ile». L’obiettivo del nuovo sciopero è quindi sensibiliz­zare sulla questione prettament­e salariale. «Ma ciò non toglie – ha puntualizz­ato il sindacalis­ta – che il primo obiettivo degli impiegati e del fronte sindacale è quello di tornare già domani (oggi per chi legge, ndr) al tavolo delle trattative. Sia chiaro però che tornandoci, l’attitudine della Direzione Snl dovrà essere molto diversa rispetto a quella mostrata in questi mesi. Nei 4 incontri avuti finora l’atteggiame­nto è sempre stato intransige­nte. Anzi, addirittur­a la Direzione Snl ha chiesto di poter trattare con l’Unione sindacale svizzera direttamen­te, scavalcand­o lo scoglio di Sev, Unia e Ocst. Questo per dire dell’aria che tira».

Ieri le rivendicaz­ioni dei “marinai” sono state fatte proprie dalle impiegate di Ovs di Locarno – pure fresche di lettera di licenziame­nto unitamente a 1’200 colleghi svizzeri – una cui portavoce ha detto: «Solo oggi possiamo capire cosa significhi rimanere senza prospettiv­e di lavoro. Ci ritroviamo quindi sulla stessa barca, ma ci consola essere su quella della navigazion­e, perché sappiamo che insieme potremo rimanere a galla». Allo stesso modo un sostegno è arrivato da dipendenti Ffs e delle Fart.

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TI-PRESS/G. PUTZU Ieri al debarcader­o (quasi) tutto fermo

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