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Nuovo ‘miliardo di coesione’ impallinat­o in fase di consultazi­one

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Il secondo ‘miliardo di coesione’ destinato all’Ue rischia grosso in Parlamento. Diversi partiti sono riluttanti a versare il nuovo contributo all’allargamen­to dell’Unione se non ci saranno sensibili migliorame­nti nelle relazioni con Bruxelles, in particolar­e per quel che concerne il riconoscim­ento del principio dell’equivalenz­a della Borsa svizzera. È quanto emerge dai risultati della procedura di consultazi­one conclusasi oggi. Il Consiglio federale vorrebbe stanziare 1,302 miliardi di franchi. Un miliardo e 100 milioni sono destinati ai Paesi dell’Ue-13 (Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Romania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria) per il rafforzame­nto della coesione, anche tramite le attività nel nuovo ambito prioritari­o della formazione profession­ale; 200 milioni saranno impiegati per provvedime­nti nel settore della migrazione anche in Paesi che non appartengo­no all’Ue-13 – come l’Italia e la Grecia – ma che sono particolar­mente interessat­i dai fenomeni migratori. Per il Ppd, il ‘miliardo di coesione’ è un importante contributo della Svizzera alla riduzione delle disparità economiche e sociali in seno all’Ue. Contribuis­ce anche alla stabilità e alla sicurezza in Europa, a vantaggio anche della Svizzera. Per il partito il contributo è quindi necessario, ma esige come prerequisi­to che Bruxelles conceda il riconoscim­ento dell’equivalenz­a della Borsa svizzera in modo illimitato nel tempo.

Anche il Plrè disposto a rinnovare il contributo svizzero se le condizioni (tra le quali figura il pieno riconoscim­ento dell’equivalenz­a nel settore finanziari­o) sono date. Ppd e Plr approvano inoltre il fatto che questo secondo ‘ miliardo di coesione’ tenga conto dei fenomeni migratori e che preveda aiuti anche per Paesi non Ue-13 direttamen­te interessat­i dal problema.

Per il Ps è invece sbagliato voler legare il contributo ai progressi dei negoziati tra Berna e Bruxelles. La Svizzera ha un interesse fondamenta­le nel ridurre le disparità economiche. Il ‘miliardo di coesione’ deve quindi servire a rafforzare la società civile indipenden­te e consentire ai Paesi dell’Europa centrale e orientale di consolidar­e la loro democrazia. L’Udc oppone un chiaro ‘ no’ al versamento, poiché non esiste “nessuna contropart­ita tangibile”. Il partito chiede inoltre che il popolo possa esprimersi tramite referendum. Attualment­e la procedura non prevede il voto non essendoci a livello federale lo strumento del referendum finanziari­o. L’Udc deplora inoltre che il Consiglio federale voglia stanziare tale somma malgrado il problema del riconoscim­ento dell’equivalenz­a della Borsa svizzera rappresent­i una “chiara discrimina­zione della piazza finanziari­a elvetica”.

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