Un campus per l’industria
Dalla collaborazione di tre associazioni nasce un nuovo progetto formativo Un milione e 300mila franchi investiti da Swissmem in una piattaforma che propone corsi specialistici anche in lingua italiana. Si parte in ottobre.
«La formazione all’interno delle industrie ticinesi deve migliorare in qualità». È quanto afferma Roberto Ballina, presidente dell’Associazione industrie metalmeccaniche (Ameti). Per questo, da ottobre verrà avviato il progetto di Campus formativo industriale (Cfi), in collaborazione con l’Associazione industrie ticinesi (Aiti), la Fondazione Terzo Millennio (unità formativa di Aiti) e Swissmem Academy, l’Associazione dell’industria metalmeccanica ed elettrica e dei settori affini orientati alla tecnologia. Il progetto è stato illustrato ieri in una conferenza stampa all’Hotel Internazionale di Bellinzona.
«La situazione attuale – spiega Stefano Modenini, direttore di Aiti – è problematica sotto alcuni punti di vista. Nel nostro cantone vi sono innumerevoli e frammentate offerte formative che coinvolgono numerosi enti». Spesso, infatti, i corsi formativi ad oggi offerti non possono iniziare, a causa del numero esiguo di iscritti. Per evitare doppioni, già dal 2016 Aiti, Fondazione Terzo Millennio e Ameti hanno firmato una dichiarazione di intenti per collaborare in ambito formativo. Nel 2017 è nata così la cooperazione con Swissmem, entità di riferimento per le imprese industriali a livello svizzero, che da decenni propone corsi di formazione di svariato tipo. Dopo un sondaggio proposto alle aziende associate di Aiti, Ameti e Swissmem (cfr. sotto), è stata costituita l’Associazione del Campus formativo industriale, con sede a Giubiasco. Il suo obiettivo principale: centralizzare i servizi di formazione continua e riqualifica professionale in ambito industriale, sfruttando le strutture già esistenti, basandosi anche su domande specifiche provenienti dall’industria. «Le aziende – dice Ballina – mostrano uno stato di contentezza generale, dato che non dovranno più disperdere le forze tra le varie associazioni». Anche Jack Rietiker, direttore della Swissmem Academy di Winterthur, è dello stesso parere: «È molto importante continuare a formare il personale. Per questo Swissmem ha investito 1,3 milioni di franchi nel progetto per creare, tra le altre cose, una piattaforma che permetterà di erogare dei corsi di formazione già proposti in Svizzera interna anche in italiano». La collaborazione con Swissmem ha reso possibile anche l’introduzione del Blended Learning (‘apprendimento misto’) nel nostro cantone, basato non solo su lezioni in aula, ma anche sull’autoapprendimento tramite contenuti digitali e l’apprendimento di gruppo, sia online che offline. Tra gli obiettivi del Blended Learning: alzare il livello generale della competenza in fatto di digitalizzazione tra i dipendenti.