Trasporti: sono pagelle ‘falsate’
Le imprese ticinesi insorgono contro uno studio sulla qualità che le giudica insufficienti
Sarebbero stati utilizzati parametri non di competenza delle stesse società e aziende, quali per esempio la proprietà delle stazioni ferroviarie e bus
Dall’alto della classifica campeggia la linea ferroviaria di Meiringen-Innertkirchen, nell’Oberland bernese. Fanalino di coda la Waldenburgerbahn del Canton Basilea Campagna. Nel mezzo le ticinesi Ferrovie Luganesi Sa e la Società per le ferrovie autolinee regionali ticinesi (Fart), la prima di poco sotto la cosiddetta soglia di accettabilità, la seconda di quasi sei punti lontana dalla sufficienza. Cifre e risultati questi del Sistema di rilevamento della qualità nel traffico regionale viaggiatori a cura del Dipartimento federale dei trasporti, Confederazione che, insieme ai Cantoni, versa ogni anno alle imprese di trasporto indennità per circa 2 miliardi di franchi.
Ed è dunque per garantire la qualità dei servizi resi dalle imprese beneficiarie, a livello svizzero, che per la prima volta è stato redatto questo tipo di studio. A non convincere però sono i parametri utilizzati.
«Tutto quanto attiene all’esercizio ferroviario, i risultati cioè del comparto treno, siamo sopra la soglia (90%), e possiamo dunque dire di essere messi bene – ci invita a leggere i risultati in modo più approfondito il vicedirettore delle Ferrovie Luganesi Sa, Marco Truaisch –. Stiamo parlando, infatti, di un’analisi che valuta più campi, anche il comparto fermate dove effettivamente siamo sì sotto (78%), ma che non è di nostra competenza diretta. Per questo vale la pena differenziare. Ciò non è un problema da poco ed è stato, infatti, riscontrato da tutte le imprese di trasporto ticinesi, anche quelle dei bus, nella riunione che abbiamo avuto a inizio giugno, proprio su questa tematica, con l’Ufficio federale dei trasporti. A Berna abbiamo segnalato le maggiori problematiche».
Fra sovvenzioni e punteggi
Critiche sono piovute soprattutto sulla ‘mistery person’, coloro cioè che viaggiano in incognito sulle diverse linee svizzere, «facendo il loro rapportino ed evidenziando tutto quanto non funziona – ci spiega Truaisch – senza però indicare, per esempio, i proprietari delle stazioni, che nella maggior parte dei casi non siamo noi come imprese di trasporto ma magari i comuni o altri enti. Come per la nostra fermata ad Agno dove lo stabile è della Posta. Per cui se per terra magari c’è dello sporco, perché qualcuno rovescia il caffè preso dai distributori automatici presenti, ad essere valutati in malo modo siamo noi, anche se lo abbiamo sempre fatto presente ai proprietari. Anche l’Autolinea Mendrisiense avverte lo stesso problema in quanto tutte le fermate sono di proprietà comunale. Quindi, sulle fermate di nostra competenza stiamo lavorando già da tempo (ultimo, abbiamo riverniciato le sale d’attesa), anche perché effettivamente abbiamo visto che vi erano dei punti su cui potevamo migliorare, e per questo è anche positivo questo controllo. Dove abbiamo margine di manovra ci siamo sempre attivati; quello che è stato criticato di questo punteggio è che veniamo valutati su qualcosa che non è nostro, di nostra pertinenza”. Un primo studio che dunque potrà (e dovrà) essere rivisto? «L’Uft ha anche in previsione di fare un bonus malus su quello che sono le sovvenzioni che vengono elargite dalla Confederazione alle imprese di trasporto e lì siamo insorti perché potremmo avere dei problemi finanziari in futuro per qualcosa che non dipende da noi. E ciò non ha senso. Effettivamente anche l’Uft se ne è reso conto e per questo è ancor più seccante la pubblicazione di questi risultati, soprattutto dopo che hanno visto anche loro che il sistema non è ancora ben rodato».