‘Immagini che non giustificano la protezione dei giovani’ Il Tf respinge il ricorso contro la campagna ‘Love Life’
Minorenni non sono legittimati a ricorrere contro la campagna ‘Love Life’ di prevenzione dell’Hiv. Il Tribunale federale (Tf) ha respinto il ricorso di 35 bambini e adolescenti rappresentati dai loro genitori, confermando la sentenza del Tribunale amministrativo federale (Taf). Maggio 2014: l’Ufficio federale della sanità (Ufsp) lancia la campagna ‘Love Life Nessun rimpianto’. Passano pochi mesi: ragazzini e rispettivi genitori inoltrano ricorso. Secondo i ricorrenti, la campagna “urta in modo massiccio gli interessi di protezione dei bambini e dei giovani” ed è “nefasta per un sano sviluppo” degli stessi. L’Ufsp non entra nel merito. Il Taf confermerà poi tale posizione. I ricorrenti hanno fatto riferimento all’articolo 11 della Costituzione federale che garantisce a bambini e adolescenti un diritto a una protezione particolare. Il Tf conclude che la campagna non esponeva i giovani a influenze in materia di erotismo e sessualità diversi o più forti dell’ordinario: “Nello spazio pubblico, i bambini e gli adolescenti sono inevitabilmente confrontati con rappresentazioni fortemente sessualizzate e dai contenuti erotici. Non è ragionevolmente possibile sottrarli”. Le immagini e i video della campagna non sono pornografici, non rappresentano pratiche sessuali né contengono messaggi carichi dal punto di vista sessuale, ricordano i giudici. Tali immagini non fanno quindi parte di quelle da cui il giovane pubblico debba essere protetto. Con un’educazione appropriata i ragazzi sono in grado, secondo il Tf, di gestire tali situazioni. ATS