La miccia accesa in periferia
L’uccisione di un ventiduenne da parte della polizia ha provocato una notte di violenze a Nantes La Francia teme una replica dei disordini nelle banlieue. Opposte le versioni degli agenti e dei testimoni. Vani gli appelli alla calma.
Parigi – Si sono riaccesi ieri sera i fuochi della protesta a Nantes, dopo che un piccolo delinquente ventiduenne è stato ucciso dalla polizia, nel corso di un controllo stradale di routine. Aboubakar, di lui si conosce solo il nome, è stato ucciso dal proiettile sparato da un poliziotto, che l’ha raggiunto alla carotide. Era un ladruncolo, da tempo ricercato, e guidava un’auto più volte identificata come sospetta. Alla notizia della sua morte, la rabbia dei giovani della banlieue di Nantes è esplosa e una notte di guerriglia ha travolto – oltre a Breil, il quartiere dove è avvenuto il dramma – anche Dervallieres e Malakoff. Sull’episodio la versione della polizia e quella di alcuni testimoni sono quasi opposte. Attorno alle otto e mezza di martedì sera, gli agenti di Breil hanno fermato un’auto che dal pomeriggio era stata segnalata per diverse infrazioni in città, ricevendo dalla centrale l’ordine di portare in commissariato il conducente (un giovane “sorridente, rispettabile e rispettato”, secondo gli amici citati dai media locali). Il giovane, secondo il direttore della pubblica sicurezza Jean-Christophe Bertrand, avrebbe a quel punto “fatto finta di uscire dal veicolo, per poi fare marcia indietro urtando un funzionario di polizia” rimasto ferito in modo non grave alle ginocchia. Un’azione – ha proseguito Bertrand – che ha provocato la reazione di uno dei colleghi del poliziotto, che ha aperto il fuoco e ha colpito il conducente. Il giovane è stato trasportato all’ospedale, dove sfortunatamente è deceduto”. Un testimone della scena, però, ha raccontato che la vittima “ha soltanto provato a fare marcia indietro, ma ha sbattuto la macchina contro il muro. A quel punto era già immobile, non poteva fare niente. È arrivato quel poliziotto e gli ha sparato addosso. Soltanto una poliziotta si è mossa per aiutarlo, poi gli agenti hanno detto a noi di chiamare un’ambulanza”. Immediatamente dopo la morte del giovane, nato nella banlieue di Parigi ma abitante a Breil, la protesta nel quartiere è degenerata: lanci di bottiglie molotov contro il commissariato, auto in fiamme, pensiline distrutte, un centro paramedico dato alle fiamme. Violenze urbane sono esplose come per un contagio nelle vicine cité di Malakoff e alle Dervallieres, dove anche il comune e il tribunale sono stati coinvolti in un incendio. La situazione è tornata calma verso le tre del mattino. Tutti gli amministratori locali e anche molti genitori dei giovani hanno invitato alla calma.