Non si volta pagina
Prosegue almeno fino a oggi lo sciopero dei giornalisti romandi di Tamedia Seduta di conciliazione in mattinata. E le parti incontrano anche il governo vodese. Colleghi svizzerotedeschi ‘delusi del nostro datore di lavoro’.
I giornalisti delle pubblicazioni romande dell’editore Tamedia – uscite ieri con diverse pagine in meno – hanno deciso di proseguire lo sciopero indetto martedì pomeriggio e che avrebbe dovuto terminare a mezzanotte. Una seduta di conciliazione è prevista stamattina. Riuniti in assemblea generale ieri pomeriggio, gli scioperanti hanno deciso di proseguire l’agitazione. La ripresa del dialogo è stata sollecitata anche dal Consiglio di Stato vodese, che incontrerà – pure oggi – le parti in causa. Il governo vodese deplora che “il tono si sia alzato con minacce che non rappresentano alcuna utilità in un processo che dovrebbe essere costruttivo”. In appoggio allo sciopero indetto dalle redazioni di ‘24 heures’, ‘La Tribune de Genève’, ‘Le Matin’ e ‘Le Matin Dimanche’ – ma non ‘20 minutes’ – si sono moltiplicati ieri gli appelli a sostenere il movimento di protesta. Mentre oltre 200 persone sono scese in piazza a Losanna, un appello pubblico lanciato da alcuni partiti e sindacati si oppone ai licenziamenti e chiede il mantenimento della diversità delle testate. Dal canto loro, il sindacato dei media syndicom e l’associa-
zione dei giornalisti impressum hanno invitato la popolazione a firmare una petizione di sostegno alla versione cartacea di ‘Le Matin’ e alla reintegrazione di tutte le persone licenziate. Ha pure espresso la sua completa solidarietà ai colleghi delle redazioni romande il personale svizzerotedesco di Tamedia. “Come i nostri colleghi (...) anche noi siamo molto preoccupati per la drammatica erosione della diversità dei media in Svizzera”, si legge in una dichiarazione della commissione del personale delle redazioni svizzerotedesche di Tamedia. Attraverso le fusioni, acquisizioni e ristrutturazioni nel recente passato – in cui Tamedia ha purtroppo un ruolo di pioniere, viene sottolineato – anche nella Svizzera tedesca la concentrazione dei media ha assunto una dimensione allarmante. In Romandia tale concentrazione è già oggi così avanzata che i media privati possono adempiere alle loro funzioni politiche democratiche solo in modo limitato. Siamo quindi – come i colleghi in Romandia – costernati di fronte alle nuove, ampie decisioni di risparmio che la direzione di Tamedia attualmente mette in atto nella Svizzera occidentale come anche nella Svizzera tedesca. E ciò senza informare in modo adeguato il pubblico o anche solo i dipendenti. “Abbiamo la massima comprensione per lo sciopero dei nostri colleghi (...) e siamo delusi del nostro datore di lavoro, che come prima reazione non ha trovato altra migliore risposta che quella di minacciare i colleghi in sciopero di rescindere il contratto collettivo di lavoro in vigore”. In una nota, Tamedia – che rifiuta le alternative proposte dai dipendenti – ha chiesto all’Ufficio di conciliazione vodese di intervenire “per consentire alle parti di risolvere questo conflitto”. Vuole che i sindacati rientrino nel processo di conciliazione e negozino il piano sociale. Tamedia ricorda anche “a tutti i suoi collaboratori di interrompere immediatamente lo sciopero e riprendere il lavoro”. Lo sciopero è stato indetto per protestare contro l’annuncio della soppressione della versione cartacea di ‘Le Matin’, nonché per i licenziamenti (36) notificati a procedura di conciliazione in corso.