Lotta al gioco patologico
Sono oltre tremiladuecento a Como i giocatori, di cui milleduecento patologici, alle prese con il gioco d’azzardo legato alle slot machine e ai videopoker. È quanto emerge da un’indagine nazionale riferita alla popolazione tra i 15 e i 64 anni. I dati sono stati diffusi da Palazzo Cernezzi, pronto con un’ordinanza per limitare gli orari di accensione delle macchinette mangiasoldi. Como, a livello nazionale, segue Pavia – il secondo capoluogo in fatto di quota procapite giocata –: oltre mille euro all’anno (nel calcolo, neonati compresi). Sulla spesa procapite dei comaschi si dice, e non a torto, che influiscono anche i ticinesi i quali varcano il confine per recarsi a Como a giocare non solo alle slot machine, ma anche al Superenalotto e alle lotterie istantanee.
‘Quando il gioco si fa duro’
Porre un limite all’orario di accensione delle macchinette mangiasoldi rientra nel progetto ‘Quando il gioco si fa duro’, cofinanziato dalla Regione Lombardia e messo in cantiere da Palazzo Cernezzi per lo sviluppo e il consolidamento di azioni di contrasto al gioco d’azzardo patologico. “Il numero dei giocatori patologici – si legge in una nota diramata dal Comune affacciato sul Lario – aumenta con l’aumentare delle occasioni di gioco. In città gli apparecchi censiti nel corso del 2016 erano oltre 600. È stato deciso quindi di approfondire la pratica già sperimentata con successo da altre amministrazioni di intervenire sugli orari di accesso al gioco, valutandone la limitazione fino a sei ore al giorno come stabilito dall’intesa per il riordino del gioco pubblico raggiunta in Conferenza unificata Stato-Regioni lo scorso settembre. Il prossimo passo è la condivisione del testo con tutti i soggetti della filiera, dagli esercenti ai cittadini”. M.M.